“Nessuno potrà ridarmi mia madre, spero che il suo sacrificio possa accendere i riflettori su quelle situazioni che restano nell’ombra” è il commento di Francesco Capozza, vaticanista per il quotidiano “Il Tempo”. Lo abbiamo raggiunto al telefono, è in macchina quando ci racconta di sua madre Antonella Mettini, classe 48, deceduta all’ospedale di Avezzano lo scorso 9 luglio. 

Per capire questa vicenda bisogna risalire a maggio scorso, quando la donna viene ricoverata nella struttura ospedaliera di Tagliacozzo: ha le gambe gonfie e problemi a deambulare. Le cure funzionano fino a quando il 25 giugno accusa un malore. Mentini non riesce più a muovere entrambi gli arti sinistri. La 77enne viene trasportata d’urgenza all’ospedale di Avezzano dove, sottoposta a tac, le viene accertata un’ischemia. Monitorata per 48 ore sulla barella del pronto soccorso, le sue condizioni “restano stabili”. Seguono giorni di ripresa e la risposta della paziente fa ben sperare in un “trasferimento a Tagliacozzo”, nella stessa struttura di provenienza. La scelta dei medici di Avezzano, invece, ricade sul ricovero delle paziente nel reparto di Geriatria.

Il 7 luglio, durante una delle visite del figlio, la donna appare in buone condizioni nonostante faccia fatica a mangiare: “Aveva ripreso a muovere un braccio” ricorda Capozza. “Dopo 12 giorni, il figlio domanda come sia possibile non nutrirla via endovenosa”. La risposta “sciocca” il giornalista: “Dobbiamo capire se è un rifiuto al cibo ospedaliero che non le piace o se è un fatto endemico”. Un gelato e un trancio di pizza sono il tentativo di invogliare la madre a mangiare. “Ma dopo i primi morsi Mettini inizia ad avere dei conati di vomito”, racconta il vaticanista.

La situazione degenera a partire dal giorno dopo. Capozza chiama, ma lei non risponde al cellulare. La sera contatta il desk di geriatria e finalmente riesce a mettersi in contatto: “Mamma rispondeva a mala pena”. Il giornalista intuisce che qualcosa non va e cerca di ottenere maggiori informazioni sfruttando le sue conoscenze, maturate in ambito giornalistico. Soltanto il 9 luglio, il giorno del decesso, il giornalista viene a scoprire la diagnosi di una megalocardia (ingrossamento del cuore) e di un’infezione alla colecisti. “Sconcertato” non gli resta nemmeno il tempo di raggiungerla (Aveva programmato una visita per il giorno 10 luglio, ndr). Nel pomeriggio viene contattato dalla struttura: “Sua madre è deceduta in seguito a una crisi cardiaca”.

Di qui la decisione di dare mandato al suo avvocato, Michele Sarno, il quale ha presentato una denuncia alla Procura di Avezzano. È stato aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo in ambito sanitario. “Credo nel lavoro della Magistratura”, è il congedo di Capozza.

Condividere.
Exit mobile version