Il Tribunale di Crotone ha rimesso in libertà Maysoon Majdi, la ventottenne curda iraniana che era stata arrestata il 31 dicembre scorso, dopo uno sbarco di migranti, con l’accusa di essere una scafista. Il collegio (presidente Edoardo D’Ambrosio) ha accolto l’istanza che era stata presentata dal difensore della giovane, l’avvocato Giancarlo Liberati.

“È stata rilasciata, per ora è libera ma l’udienza finale è il 27 novembre. Per stanotte è ospite della famiglia del suo legale”, conferma all’agenzia Dire la mediatrice culturale Parisa Nazari.

Contro Majidi, la magistratura ha mosso l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma la 28enne si è sempre proclamata innocente, chiarendo di essere una migrante come gli altri a bordo di quella imbarcazione che aveva raggiunto le coste italiane il 31 dicembre scorso. Da allora, è stata tratta in arresto e ha trascorso più di dieci mesi in carcere, iniziando uno sciopero della fame per protesta che le ha fatto perdere diversi chili.

La decisione del Tribunale é stata presa in considerazione del fatto che, alla luce delle dichiarazioni fatte dai testimoni citati dalla difesa nel corso dell’udienza odierna del processo, sono venuti meno gli indizi di colpevolezza a carico della ventottenne.

 “Siamo particolarmente soddisfatti – ha detto all’Ansa l’avvocato Liberati – del fatto che il Tribunale abbia accolto la nostra istanza, concordando con noi sull’insussistenza degli indizi a carico di Maysoon Majidi”.

L’avvocato Liberati era intervenuto, nel corso dell’udienza di oggi del processo a carico dell’attivista curda, durata otto ore e nel corso della quale sono stati sentiti i testimoni citati dalla difesa, chiedendo non più gli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, per la sua assistita, come aveva fatto in un primo tempo, bensì l’assoluzione e la rimessione in libertà per “assoluta mancanza di indizi“. Tesi che é stata accolta dal Tribunale.

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