Giorgia Meloni ha respinto le dimissioni che Gennaro Sangiuliano le aveva presentato: è quanto afferma in un’intervista al Tg1 lo stesso ministro della Cultura sul caso Boccia. “Mi pesa raccontarlo perché attiene a una sfera intima, c’è stato un rapporto personale. Ma io non sono ricattabile. Io ho dimostrato che non ho mai speso soldi pubblici” dice il ministro.
Sangiuliano sottolinea che non ha “mai speso un euro del Ministero” per Maria Rosaria Boccia, mostrando i biglietti del treno. “I suoi viaggi li ho pagati da me con la mia carta di credito personale” aggiunge. “Avevamo una relazione, anche per questo ho revocato l’incarico” dice ancora Sangiuliano.
Il titolare di viale Trastevere ha sottolineato al direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, di essere “assolutamente non ricattabile”, spiegando che “lo sei solo se hai usato denaro pubblico”.
“Io l’ho fatta accedere ai miei dati bancari, ha potuto vedere con i suoi occhi” ha detto ancora rivolgendosi a Chiocci, prima di mostrare i biglietti del treno per Milano e dell’aereo per Taormina, presi insieme a Boccia. “Sono stati pagati da me – ha precisato -, con la carta credito che fa riferimento al mio conto personale”.
Le critiche delle opposizioni: “occupazione del servizio pubblico”
Sull’intervista al Tg1 piombano però le forti critiche delle opposizioni, rivolte sia alla Rai, che decide di dare al colloquio col ministro un spazio in prima serata, sia all’esecutivo. Ad aprire il fuoco ci pensa il Partito democratico: “La tv di Stato, pagata dai contribuenti, – dichiara la senatrice Simona Malpezzi – a disposizione di Sangiuliano, che invece di venire in Parlamento per il caso Boccia, occupa con l’ok della premier la prima serata Rai. La tv di Stato al servizio del potere: non stanno facendo la storia. Stanno infangando le istituzioni”.
Poi gli attacchi arrivano da quasi tutti i partiti all’opposizione. A seguire la dichiarazione congiunta degli esponenti del M5s in Vigilanza Rai, che annunciano di portare la questione in Commissione. “La soap opera triste con protagonista il ministro della cultura – affermano – trova questa sera uno spazio abnorme sul primo telegiornale della tv pubblica. Oltre 10 minuti in cui Gennaro Sangiuliano usa il più importante tg della Rai per autoassolversi”. Ma anche la presidente della Vigilanza, Barbara Floridia, si chiede: “È un governo o una soap opera? In che mani siamo? I cittadini non meritano di essere trattati come telespettatori di telenovelas mentre l’Italia va a rotoli”.
Offensiva lanciata anche da Italia Viva: il leader Matteo Renzi affida il suo commento ai social. “In un Paese civile – scrive – un ministro riferisce in Parlamento, non al Tg1”. “Siamo oltre TeleMeloni” incalza la deputata Maria Elena Boschi. “Mai nella storia del servizio pubblico è stato stravolto un palinsesto e data una tribuna di 15 minuti a un ministro per un uso privato” aggiunge, invitando a convocare i vertici dell’azienda in commissione di Vigilanza. Angelo Bonelli di Avs invece evidenzia “l’esigenza che sia l’autorità giudiziaria a chiarire questa vicenda”.
Ieri l’incontro con Meloni a Palazzo Chigi
“Sono stato a colloquio con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per ribadire la verità delle mie affermazioni contenute nella lettera inviata questa mattina al quotidiano La Stampa: mai un euro del Ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Maria Rosaria Boccia che, rispetto all’organizzazione del G7 Cultura, non ha mai avuto accesso a documenti di natura riservata”. Con questa nota diffusa ieri, il ministro della Cultura aveva comunicato di essere stato a Palazzo Chigi con la premier per fare il punto sul caso che riguardava la sua consulente a viale Trastevere. Il colloquio è durato oltre un’ora e mezza e si è concluso con il comunicato diramato dal titolare della Cultura.
Il ministro della Cultura era entrato ed uscito in auto dall’ingresso posteriore della sede del governo, senza rilasciare dichiarazioni ai cronisti. Intanto fonti del Quirinale hanno fatto sapere che “Non c’è stata nessuna telefonata tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e la premier Giorgia Meloni sulla vicenda che riguarda il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per il caso della presunta consulente Maria Rosaria Boccia”.
La ricostruzione della vicenda
Il caso riguarda il ruolo di Maria Rosaria Boccia, che si è pubblicamente definita consulente del ministero della Cultura mentre lo staff ha smentito. La questione aveva sollevato numerose polemiche, in particolare da parte delle opposizioni, per gli eventuali accessi a documenti riservati da parte di Boccia e se aveva usufruito di soldi pubblici per i suoi spostamenti al fianco del ministro, presenza testimoniata dalla stessa Boccia con numerose foto.
Ieri la premier Meloni aveva detto in un’intervista che il ministro “mi garantisce che questa persona non ha avuto accesso a nessun documento riservato, particolarmente per quello che riguarda il G7 (della cultura) e soprattutto mi garantisce che neanche un euro degli italiani e dei soldi pubblici è stato speso per questa persona”. Soprattutto, “queste sono le cose che a me interessano per i profili di governo, poi il gossip lo lascio ad altri perché non ritengo di doverlo commentare io”.
La lettera di Sangiuliano alla Stampa
Sangiuliano, in una lettera a La Stampa, aveva scritto che aveva pensato di conferire a Maria Rosaria Boccia “l’incarico, a titolo gratuito, di consigliere del ministro per i grandi eventi”, salvo poi raccogliere “alcune perplessità del Gabinetto sulla possibilità, ancorché meramente potenziale, di situazioni di conflitto di interesse” e decidere di “non dare corso alla nomina”. “Mai un euro del Ministero, neanche per un caffè”, è stato impiegato per viaggi e soggiorni di Maria Rosaria Boccia, ha scritto il ministro.
La replica di Maria Rosaria Boccia
Boccia aveva replicato su Instagram, sostenendo di non aver “mai pagato nulla” di tasca sua e aggiungendo: “Mi è sempre stato detto che il Ministero rimborsava le spese dei consiglieri, tant’è che tutti i viaggi sono sempre stati organizzati dai Capo Segreteria del Ministero”.