“L’amore non uccide, è assurdo. Nel corpo di Sara piangiamo il destino dell’umanità quando essa sceglie la violenza, la morte. Non ci sono parole per consolare il vostro strazio, cari genitori. Siamo in silenzio con voi. E vi doniamo le nostre lacrime. L’intera famiglia umana oggi piange Sara. E noi qui, stamattina, anzitutto la consegniamo ad un Corpo che è stato anch’esso martoriato e ucciso: il Corpo crocifisso di Gesù di Nazareth. Ucciso con violenza da uomini che non sapevano quello che facevano. Perché chiunque è violento non sa che la violenza ha la forza distruttiva di una bomba all’idrogeno: provoca una deflagrazione a cascata. Nel costato di Cristo, aperto e trafitto con violenza, entrano tutti i cuori lacerati dalla violenza. I cuori lacerati dei familiari di Sara. I cuori di noi tutti. Non abbiamo parole da darvi, sorelle e fratelli. Solo un Corpo, un Cuore, dentro il quale piangere il dolore senza fine della vostra e nostra ‘piccola’ Sara”. Lo ha detto l’arcivescovo Corrado Lorefice nell’omelia ai funerali di Sara Campanella a Misilmeri.

 

 

La chiesa di San Giovanni Battista non può contenere tutti quelli che si sono ritrovati a Misilmeri per partecipare all’ultimo saluto di Sara Campanella, la giovane uccisa a Messina dal collega Stefano Argentino. In previsione di questa affluenza è stato installato un maxi schermo in piazza che permette di seguire dall’esterno la funzione religiosa officiata dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice.
 

 

La piazza di Misilmeri è gremita, così come la chiesa San Giovanni Battista. La salma di Sara Campanella, la giovane studentessa universitaria vittima di femminicidio, è stata portata a spalla dalla chiesa delle Anime Sante, dove si è tenuta la camera ardente, alla chiesa madre che si trova nella stessa piazza.

 

I giovani indossano una maglietta bianca con la scritta nera ‘No Violenza’. I familiari hanno portato una foto con l’immagine di Sara e un palloncino rosa a forma di cuore con su scritto la frase preferita dalla giovane universitaria: “Mi amo troppo per stare con chiunque”. Il silenzio ha caratterizzato questi momenti. Solo quanto la bara bianca ha iniziato a salire le scale della chiesa si è levato un applauso. 

Ha partecipato anche il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ai funerali di Sara Campanella. Per rendere omaggio alla giovane universitaria nel grosso centro del Palermitano sono arrivati, tra gli altri, anche il sindaco di Messina, Federico Basile, che ha proclamato per oggi il lutto cittadino, e la rettrice dell’università di Messina, Giovanna Spatari.

 

Fiori sulla panchina della Camera

Un mazzo di fiori sulla panchina rossa, nel cortile di onore di Montecitorio, con accanto la frase ‘simbolo’ di Sara Campanella, la studentessa palermitana uccisa a coltellate lo scorso 31 marzo a Messina. Il messaggio “mi amo troppo per stare con chiunque”, ‘arriva’ anche alla Camera, nel giorno dei funerali della giovane universitaria vittima di femminicidio.

Su un biglietto a sfondo rosa, la scritta è accompagnata dalla frase “No alla violenza sulle donne” e dall’hashtag “per Sara” e “per tutte”. Dietro il saluto “Ciao Sara” e la ‘firma’: S.C. 

 

Condividere.
Exit mobile version