Il successo non è arrivato, ma il test è superato. A pieni voti. Perché a soli due giorni dalla finale – la seconda – vinta al Roland Garros, Sara Errani non è andata lontana dal vincere anche al Foro Italico, ma con la racchetta da padel all’esordio nel BNL Italy Major. Il punteggio finale recita 7-6 7-5 per “Laia” Rodriguez e Sandra Bellver, ma Sarita, affiancata da una splendida ventenne – dal gran futuro – quale Giulia Dal Pozzo, la sua vittoria se l’è presa tenendo in campo per due ore e un quarto due signore professioniste, rispettivamente numero 43 e 57 del ranking FIP. Roba da Errani, eterna ragazzina che ad anni 38 sa ancora stupire, tanto da aver chiuso addirittura con più di un rimpianto. La gran parte per i ben 7 set-point mancati nel primo set, sparsi in tre game diversi, oppure per le occasioni non concretizzate nel secondo. Ma si sta pur sempre parlando di una grande tennista prestata al padel per una settimana: dura chiedere di più.
Al Foro Italico, come prevedibile, hanno vinto curiosità ed entusiasmo, da parte di tutti. A partire dal pubblico che ha affollato i gradoni di marmo del Pietrangeli e ha fatto sentire il proprio calore alle azzurre, ma anche tanti addetti ai lavori, il presidente FIP Luigi Carraro, la bomber della nazionale Valentina Giacinti e svariati fenomeni del padel che hanno voluto dare una sbirciata. Si è intravista persino la numero uno del mondo Ari Sanchez (promessa rispettata: ha detto che ci sarebbe stata e l’ha fatto), ma pure il campione in carica Federico Chingotto, le finaliste del Major 2024 Llaguno/Sainz, Claudia Fernandez o l’altra spagnola Lara Arruabarrena, che il passaggio dal tennis di alto livello al circuito Premier Padel l’ha fatto – lei sì – a tempo pieno, conservando però la storica amicizia con Sarita.
C’è da scommettere questa Errani abbia convinto tutti, col suo padel a zero rischi ma anche zero errori, naturale per lei che la pazienza in campo ce l’ha nel DNA. Le avversarie hanno capito in fretta che impostare la partita contro di lei non sarebbe bastato, e la battaglia è stata vera, accesa, a tutti gli effetti degna di un Major. L’amarezza per la sconfitta passerà in un amen, mentre la soddisfazione per la qualità dell’esperienza rimarrà e stimola ancor di più le riflessioni su un futuro con la pala. Presto Sara tornerà alla racchetta di sempre, quella da tennis, per preparare i tornei sull’erba col sogno di vincere anche a Wimbledon. Ma il pomeriggio romano ha detto che di un domani nel padel se ne può (o deve) parlare.