Tensioni tra polizia e giovanissimi ieri sera a Busto Arsizio, nel Varesotto. 

Poco prima di mezzanotte, gli agenti sono intervenuti al McDonald’s di piazza Garibaldi per bloccare due ragazzi esagitati
che davano fastidio ai clienti del fast food, danneggiando anche l’interno del locale. All’arrivo dei poliziotti, i due sono stati raggiunti da un gruppo di una trentina di ragazzi, che hanno iniziato a protestare rivolgendo cori e insulti contro la Polizia, lo Stato e le istituzioni. 

I giovanissimi, per la maggior parte di origine nordafricana, hanno urlato anche cori per Ramy, il 19enne morto a novembre a Milano durante un inseguimento dei carabinieri. I due extracomunitari che stavano danneggiando il fast food sono stati comunque identificati e denunciati per resistenza e minaccia a pubblico ufficiale. 

Nelle ore successive è tornata la calma ma solo in apparenza. Infatti una seconda chiamata al 112 ha segnalato le stesse due persone – poi identificate in due marocchini di 33 e 25 anni – che stavano sfasciando l’interno di un locale spaventando i clienti. Polizia, carabinieri e polizia locale questa volta sono riusciti a bloccarli e denunciarli per danneggiamento e minacce. Entrambi sono già noti alle forze dell’ordine.

Ora il commissariato sta lavorando con l’ufficio immigrazione della Questura di Varese. Al vaglio della Polizia le immagini delle telecamere di videosorveglianza per identificare quante più persone possibile presenti ieri sera in piazza a Busto Arsizio e per poi adottare eventuali provvedimenti. 

A Milano un corteo per chiedere giustizia per Ramy (ansa)

La rivolta a Busto Arsizio arriva due giorni dopo il corteo per Ramy Elgaml a Torino.

Quattro agenti dei reparti mobili della polizia e un carabiniere sono stati feriti nei disordini scoppiati a Torino durante la manifestazione per il 19enne morto lo scorso 24 novembre a Milano. Le violenze quando il corteo, organizzato dai collettivi studenteschi autonomi, vicini al centro sociale Askatasuna, ha raggiunto prima un commissariato di polizia e poi la caserma ‘Bergia’, sede del comando legione carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta.

Le indagini sulla morte di Ramy Elgaml

Intanto nessuna modifica è stata apportata dalla procura al capo di imputazione e al numero degli indagati. Le immagini dell’inseguimento dello scooter su cui viaggiava Ramy creano dibattito e ricevono critiche anche in procura, ma non incidono (per ora) nell’indagine: restano quattro – tre carabinieri e il ventiduenne alla guida del T Max – gli indagati dell’incidente.

Il vicebrigadiere alla guida della gazzella che affianca lo scooter deve rispondere di omicidio stradale, come l’amico della vittima in sella al mezzo a due ruote. I due militari che invece hanno chiesto al testimone oculare di cancellare il video sugli ultimi istanti di vita di Ramy Elgaml sono indagati per favoreggiamento e depistaggio.

 

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