“Se le pompe” di carico delle autobotti al deposito Eni di Calenzano (Firenze), “fossero rimaste chiuse come dovevano dalle ore 9 alle ore 15 del 9 dicembre 2024, sarebbero andati persi circa 255.000 euro di guadagni”. Lo ha evidenziato il procuratore Luca Tescaroli secondo una stima realizzata nell’inchiesta sull’esplosione.
Nelle ipotesi di accusa a carico di Eni spa, il procuratore capo di Prato rileva che che “gli interventi di manutenzione, quel giorno, non potevano e non dovevano essere portati avanti in presenza del normale carico delle autocisterne”. Tra gli elementi per cui, invece, fu continuato a pompare benzina e gasolio nelle linee di carico e proseguì il flusso di camion cisterna mentre venivano fatte attività di manutenzione accanto, viene considerato dall’inchiesta anche il vantaggio economico stimato per quella giornata in quel deposito di Calenzano.