Se non cambiamo la cultura che genera violenza piangeremo altre Giulie

“Se non cambiamo la cultura che genera violenza continueremo a piangere altre Giulie, ci saranno altre famiglie e altre vite spezzate. Non chiedo leggi più dure, ma la giustizia arriva sempre dopo, sono qui per parlare di ciò che viene prima: l’educazione e la prevenzione. Crediamo che l’unica risposta duratura alla violenza sia educare al rispetto all’empatia, nelle scuole, dove si formano le persone. Parlare di educazione affettiva significa insegnare ai ragazzi a conoscere se stessi, a gestire le emozioni e riconoscere i confini, che l’amore non è possesso, la forza non è dominio”. Gino Cecchettin interviene in un’audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio a distanza di due anni dall’omicidio della figlia Giulia per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta.

“La violenza di genere oggi –  ha continuato – viene raccontata come un’emergenza, non lo è: è un fenomeno radicato nella nostra cultura, nel linguaggio e nei modelli di relazione, negli stereotipi che tramandiamo, una società che giustifica, minimizza o resta in silenzio. Credo che l’educazione sia l’unica risposta sistematica e possibile. Non posso delegare ai tribunali ciò che spetta alla scuola, lì possiamo educare i ragazzi. Una scuola che non parla di affettività è una scuola che lascia da soli i ragazzi di fronte a un mondo che grida messaggi distorti. Se la scuola tace, parlano i social e i modelli tossici”.

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