Ci sono punti da chiarire, e non pochi, in merito al sequestro lampo avvenuto la sera di giovedì a Vittoria, nel Ragusano, quando un 17enne è stato portato via sotto la minaccia di una pistola da due uomini incappucciati.
Il giovane, figlio di un noto imprenditore della zona, era stato rapito di fronte ad alcuni amici: e proprio da un amico è stato riaccompagnato appena 24 ore più tardi in Commissariato. I due si sarebbero incontrati per caso lungo una strada poco prima.
“Allo stato non abbiamo elementi che facciano pensare a una fattispecie di carattere estorsivo. Se verranno fuori, gli atti saranno immediatamente trasmessi a Catania”. A dirlo è stato il procuratore di Ragusa, Francesco Puleio.
“Le condizioni del ragazzo sono buone“, ha aggiunto il capo dei pm di Ragusa, sottolineando che il giovane “ha fornito indicazioni che stiamo valutando” e che “la vicenda presenta ancora lati oscuri e le indagini sono in corso”.
Il giovane avrebbe fornito delle indicazioni in merito al posto dove sarebbe stato portato. Alcune telecamere hanno ripreso autovetture in uscita da Vittoria. Null’altro, nonostante il fuoco di fila di domande e di “non possiamo rispondere” per le attività investigative in corso.
La dinamica del sequestro
Il giovane era stato rapito da due uomini dal volto coperto in pieno centro, facendolo salire con la forza a bordo di una Fiat Panda nera.
Ai coetanei i malviventi hanno detto di stare tranquilli, che non erano loro l’obiettivo del blitz, avvenuto alle 21.30 in una piazzetta del rione Forcone. “Non vi preoccupate, vogliamo solo lui”. L’azione, come ha raccontato per primo il giornalista Giovanni di Gennaro, era stata rapida, mirata – lo avevano chiamato per nome – e sembra quindi “frutto di una pianificazione accurata”.
I banditi, saliti sull’auto con la vittima, sono andati via scortati da una seconda Panda, bianca, con a bordo sembra altri due uomini: prima di partire, hanno preso il cellulare del ragazzo, lasciandolo a terra, probabilmente per non farsi tracciare. Le due auto sono quindi fuggite in direzione Pedalino.
Il padre del ragazzo è attivo nel settore ortofrutticolo e proprio a Vittoria è presente il più grande mercato del Mezzogiorno. La famiglia descritta come tranquilla.
Gli investigatori inizialmente non avevano escluso alcuna pista, dal regolamento di conti all’estorsione – esclusa in parte nelle ultime ore – fino a un possibile messaggio intimidatorio rivolto alla famiglia.
Il procuratore: “Ancora lati oscuri nella vicenda”
“Devo dare atto a impegno delle forze dell’ordine e procura per avere svolto gli accertamenti necessari nell’immediato. La vicenda presenta ancora lati oscuri sui quali risponderemo compatibilmente alla necessità di non pregiudicare le indagini e cercando di offrire all’opinione pubblica un quadro completo limitatamente al divulgabile in questa fase. Le indagini sono ancora in corso”, ha detto il procuratore capo di Ragusa, Francesco Puleio affiancato dal sostituto Monica Monego, dal questore Marco Ciambra, dal capo della Mobile Andrea Monaco e dal dirigente del commissariato di Vittoria, Giovanni Arcidiacono.
Per il questore Ciambra “l’intervento delle forze dell’ordine è stato immediato, la segnalazione è arrivata da uno degli amici del ragazzo, e ha consentito di acquisire elementi importanti da parte della Squadra mobile e del commissariato di Vittoria. Effettuate attività di controllo del territorio e investigative che hanno acconsentito di acquisire elementi importanti. Il ragazzo ieri sera si è presentato accompagnato da un amico che lo aveva trovato per strada dove il ragazzo era stato abbandonato dai rapitori”.
Il sindaco Francesco Aiello aveva convocato all’indomani del fatto, e prima del ritrovamento del 17enne, una seduta straordinaria di giunta in cui era stata esplicitata la richiesta del potenziamento delle forze dell’ordine: “Lo chiediamo da anni – aveva detto il sindaco -, c’è un bisogno di sicurezza e da anni lanciamo l’allarme. Se un sindaco chiede aiuto ha diritto di essere ascoltato. Questo episodio ci riporta indietro nel tempo, a trent’anni fa, con il sequestro del notaio Garrasi e nel dopoguerra con quello del piccolo Alfredino Fuschi. Siamo preoccupati – aggiunge il sindaco di Vittoria – anche per il modo in cui l’episodio sarebbe avvenuto: davanti a testimoni e con le armi in pugno. Speriamo che al più presto questo giovane possa essere portato in salvo e restituito alla sua famiglia”.
Giovanni di Gennaro, anche lui di Vittoria, aveva commentato: “Un sequestro così plateale, in un contesto urbano e davanti a numerosi testimoni, segna un salto preoccupante nella sfida alla legalità”.
Il vescovo di Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa (Ansa)
L’appello del vescovo di Ragusa
Un appello era stato lanciato anche dal vescovo di Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa: “Faccio appello ai rapitori – aveva detto il vescovo – perché lascino libero il ragazzo. Quanto accaduto è gravissimo e ci turba e ci lascia sconvolti. Auspichiamo che le forze dell’ordine, che stanno lavorando per risolvere il caso, possano riportare questo giovane alla sua famiglia”.