Partiti da Belgrado e arrivati nella seconda città della Serbia, Novi Sad, gli studenti si sono uniti alle decine di migliaia di persone, in marcia con bandiere e cartelli e slogan anti-corruzione, bloccando le strade e occupando i tre ponti principali di Novi Sad.

Nelle ultime settimane sono aumentate le tensioni, con episodi di violenza scoppiati durante alcune proteste. Gli studenti hanno accusato teppisti filo-governativi di aver preso di mira le manifestazioni.

Nel mirino dei manifestanti, il crollo di una pensilina nella stazione ferroviaria della città, che lo scorso novembre ha fatto 15 morti. L’incidente mortale ha scatenato la rabbia popolare nei confronti della corruzione e dell’incompetenza delle autorità. Da qui è nata una serie di proteste di massa che hanno scosso il Paese, spingendo martedì alle dimissioni il premier Milos Vucevic.

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