Serratia marcescens è il batterio, appartenente alla famiglia delle Enterobacteriaceae, ritenuto responsabile della morte dei due neonati di Bolzano.
Presente comunemente nell’ambiente — in acqua, su piante, in terreni umidi, acque di scarico e superficiali, spesso prolifera negli ambienti ospedalieri — è anche un microrganismo opportunista, ossia capace di causare infezioni in soggetti con patologie e con sistema immunitario indebolito.
Il nome Serratia è stato assegnato in onore del fisico fiorentino Serafino Serrati. Invece il nome di specie marcescens è relativo al fatto che il batterio, dopo aver prodotto un pigmento rosso intenso (la prodigiosina che un tempo l’ha reso famoso per le macchie “misteriose” su superfici umide come lavandini o docce), marcisce velocemente in una massa fluida mucillaginosa.
Perché può essere pericoloso?
In soggetti sani, raramente causa problemi. Tuttavia, in ospedale o in ambienti sanitari può provocare infezioni gravi, specie se entra nel sangue, nelle vie urinarie o nei polmoni.
Le infezioni da Serratia sono, inoltre, difficili da trattare perché questo batterio è spesso resistente a diversi antibiotici.
In Italia e nel mondo si sono verificati focolai di infezioni da Serratia, soprattutto in reparti neonatali e rianimazioni. Il batterio può diffondersi tramite mani contaminate, strumenti medici non sterilizzati o ambienti sanitari non adeguatamente igienizzati.
Come prevenirla?
Per prevenire l’infezione è fondamentale l’igiene rigorosa delle mani e dei dispositivi medici, l’isolamento dei pazienti infetti nei reparti, l’uso prudente di antibiotici per evitare lo sviluppo di ceppi resistenti.