Ilaria Bugetti, sindaca di Prato, è al centro di un’inchiesta giudiziaria per corruzione. Il 13 giugno 2025, ha ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Firenze, che ha chiesto gli arresti domiciliari per lei e il carcere per l’imprenditore tessile Riccardo Matteini Bresci. L’accusa sostiene che Bugetti abbia favorito gli interessi di Matteini Bresci in cambio di finanziamenti elettorali e voti, in particolare durante le campagne per le elezioni regionali toscane del 2015 e 2020 e per le amministrative di Prato del 2024.

L’inchiesta, partita da un’indagine sulla criminalità cinese, ha evidenziato un presunto “rapporto patologico” tra Bugetti e Matteini Bresci, con favori come interventi su tariffe di depurazione e autorizzazioni per progetti industriali. Sarebbe emerso anche un contratto di lavoro con la Broker Techno Srl, legata a Matteini Bresci, che avrebbe garantito a Bugetti circa 48.000 euro senza attività sostanziali.

Oggi, 20 giugno 2025, Bugetti ha annunciato le sue dimissioni da sindaca durante una giunta straordinaria, sorprendendo anche il suo partito, il PD, e portando Prato verso il commissariamento. Ha dichiarato fiducia nella magistratura, affermando di voler chiarire la sua posizione, ma ha scelto di dimettersi per tutelare l’istituzione e difendersi al meglio.

L’atto è stato protocollato e inviato alla Prefettura e alla Presidenza del Consiglio comunale al termine dell’incontro con la giunta. Questo il testo integrale del documento. “Considerata la nota pendenza del procedimento penale che mi vede coinvolta, con la presente, ai sensi dell’articolo 53 del decreto legislativo 267/2000, rassegno le dimissioni dalla carica di sindaco. La decisione è motivata dal profondo rispetto istituzionale che nutro sia verso l’Ente Comune di Prato che verso la magistratura e dalla necessità di affrontare le imminenti fasi giudiziarie con la dovuta serenità, nella piena convinzione di poter dimostrare e documentare la totale estraneità rispetto agli addebiti che mi sono mossi e senza che il contestuale esercizio delle funzioni possa in alcun modo condizionare il confronto con l’Autorità giudiziaria“.

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