Trentanove anni di memoria cancellati.  Luciano D’Adamo nel 2019 ha poco più di 60 anni e dopo un incidente stradale cade in coma per qualche giorno. Al risveglio è convinto di avere 24 anni e di vivere ancora negli anni 80. Convinto di vivere ancora a casa dei suoi genitori e di essere fidanzato con una ragazza di 19 anni.

 

 Dopo aver ripreso conoscenza in ospedale, ha dettato  all’infermiere il numero di casa della madre e quando gli hanno annunciato l’arrivo di una signora, lui pensava che fosse la mamma e  invece nella stanza è entrata una sconosciuta: “Mi chiamava ‘Luciano’. E io mi chiedevo come faceva a sapere il mio nome”. Più tardi si è presentato anche un uomo di 35 anni: “Ma come poteva essere mio figlio un uomo nato molto prima di me? E poi quale moglie? Io non ero  sposato, ma fidanzato, e non certo con quella donna che doveva averne  quasi sessanta, ma con una ragazza di 19 anni, anzi il matrimonio era  già organizzato, ci saremmo sposati quattro mesi dopo…”.       

Ma quando si è alzato dal letto e si è specchiato, Luciano si è messo  a urlare vedendo un signore con i capelli ingrigiti: “Il ragazzo di 24 anni era diventato un uomo di 63, e aveva capito che era tutto vero.  Così – racconta Il Messaggero – gli hanno spiegato che l’incidente non era avvenuto a Monte Mario bensì a via delle Fornaci, e non nel 1980  ma nel 2019. Un trauma alla testa gli aveva fatto perdere la memoria  degli ultimi 39 anni di vita”. La ragazza diciannovenne l’aveva  sposata davvero, era la sua attuale moglie. Luciano “non sapeva cosa  fossero i telefonini, non sapeva di aver vinto due scudetti da  romanista e due mondiali da italiano, non sapeva di Totti e di  Berlusconi, di Tangentopoli e dell’11 settembre, si è ritrovato di  colpo in un universo di fantascienza”.        

 

Luciano, scrive ancora Il Messaggero, “ormai ha capito che quasi tutta la sua vita da uomo adulto è andata persa e non la riavrà mai più. Ha  accettato, a malincuore, di non essere più un ragazzo, di non poter  più salire le scale di corsa come faceva prima. Non si è arreso: con  intelligenza e tanta buona volontà, ha imparato un po’ alla volta a  vivere e a lavorare in un mondo tutto nuovo, tutto da decifrare.  Adesso si occupa della manutenzione in una scuola, passa le giornate  in mezzo ai bambini, chiacchiera con i genitori, sorride. Con l’aiuto  degli psicologi, lui e la moglie stanno ricostruendo un rapporto che è dovuto ripartire da zero”. Non ha mai avuto un risarcimento perché il  pirata della strada che lo ha investito non è mai stato trovato.

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