La kermesse di “ComoLake 2024”, fortemente voluta dalla Presidenza del Consiglio, nasce per contribuire al confronto sulle politiche digitali di oggi e di domani tra tecnologia, giovani e intelligenza artificiale. Titolo dell’evento: “The great Challenge – La grande sfida”.
Il ministro Andrea Abodi, intervistato dal direttore di Rainews, Paolo Petrecca, spiega qual è la grande sfida per il Ministero per lo Sport e per i giovani rispetto alle nuove tecnologie e all’intelligenza artificiale: “Lo sport ha bisogno di trasformazione digitale, per essere sempre più competitivo, non soltanto nell’ambito dei grandi avvenimenti, la gestione della sicurezza, salute, ma anche per la narrazione perché l’intelligenza artificiale ci permette di raccontare al meglio con dovizia di particolari, con molta più informazione. E’ un percorso che noi faremo con il sottogretario Butti e con l’innovazione in generale. E’ la conferma di una sfida nella logica dell’interdisciplinarietà e interoperabilità delle banche dati e dell’integrazione dei processi, il borsellino unico, il contenitore unico delle informazioni, vogliamo integrarci e agganciarci a questo processo e dare servizi”.
In merito al caso Clostebol: “Sinner ha dimostrato la sua innocenza, l’organismo che si occupa di antidoping all’interno del sistema tennistico lo ha certificato, mi auguro che la Wada al di là degli spetti formali forse quasi dovuti arrivi alle medesime conclusioni, perché Jannik è di una trasparenza cristallina. Ha fatto una scelta, anche corretta, di allontanare le persone che avevano tradito la sua fiducia, si parla di una presenza infinitesimale di una sostanza che non determina nulla. Io credo che verrà tenuto conto di tutto questo”.
Questo il commento del ministro sulle polemiche dopo la squalifica del Settebello: “Il comportamento dei nostri pallanuotisti, io da un lato per il ruolo che ricopro dovrei essere molto sobrio e rimango nel mio ruolo, io ritengo che si siano limitati ad una protesta corretta e civile credo che certi organismi internazionali, non comprendano lo stato d’animo di atleti che lavorano quattro anni per raggiungere un obiettivo, che viene meno per un errore che poi è stato anche riconosciuto. Il comportamento non è stato violento, è stato fermo. Ed è stato anche di protesta. La protesta va sempre rispettata, tanto più quando rispetta le regole del gioco”, ha concluso.