Venti minuti di violenza fisica contro Giulia Cecchettin, oltre un anno di paura impressa in chat ‘custodite’ dalla vittima, centinaia e centinaia di messaggi che restituiscono il  senso dell’ossessione di Filippo Turetta. In poco più di due ore, il pm di Venezia Andrea Petroni mette in fila l’abbondanza di prove  contro l’ex studente ventiduenne imputato di omicidio volontario pluriaggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere  dell’ex fidanzata e chiede l’ergastolo.

In aula, Petroni legge stralci delle conversazioni tra Cecchettin e Turetta che “trasmettono la rabbia che li anima quando vengono scritti”. Cecchettin è più avanti negli studi, la laurea per lei si avvicina, la seduta era già fissata quando la ragazza sparisce e viene ammazzata. “O ci laureiamo insieme o la vita è finita, smettila di pensare alla tua inutile carriera. Se la mia vita finisce, la tua non vale niente”, è uno dei messaggi che Petroni legge in aula, nel corso del processo a carico di Turetta per l’omicidio Cecchettin. 

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