«Sono una nevrotica e ora mi prendo in giro. La paura mi ha precluso una carriera all’estero»- Corriere.it

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di Valerio Cappelli

«Volare» è il suo sorprendente esordio in una commedia brillante come regista: «Ho cercato di comportarmi al contrario di come si sono comportati con me». «A volte passo una bella giornata. Non ho fatto una carriera internazionale per il timore di volare»»



C’è una battuta fenomenale, in Volare di Margherita Buy, quando Veronica, che è sua figlia per davvero, le chiede di trovarsi un uomo. E lei risponde: Oddio poverino, perché? Gioca con le sue nevrosi, nel film è un’attrice di talento che non riesce a prendere l’aereo per la Corea dove l’attendeva un grande regista. E per accompagnare la figlia all’università in USA segue un corso per vincere la paura.

Quella battuta è stata improvvisata o era nel copione?

«Mi divertiva che mi rendessi conto che quella donna è impossibile. Può essere solo una cattiveria cercare di iniziare un rapporto con un uomo. Mi faceva ridere».

Ma quella donna, piena di ansie, è lei!

«Oh, un po’ sono cambiata. Una personalità è piena di cose e sfaccettature. La mia vita è una bilancia, è come se ogni mattina mettessi sul piatto tutte le paure e le ansie, e un peso analogo per riuscire ad affrontarle. Per raggiungere una sorta di equilibrio».

«A volte passo una bella giornata, a volte l’ansia me la porto dietro fino alla notte>.

Di cos’altro ha paura, a parte gli aerei?

«Ho anche paura della vita stessa. Penso di aver capito di vivere al 30 percento delle mie possibilità. Non sono una che vive pienamente la propria vita. Ho sempre temuto il cambiamento. Mi rifugio nelle cose che conosco, nelle persone che mi vogliono bene. Pretendo poco dalla mia vita».

Mai uscita dalla comfort zone?

«Quando l’ho fatto non sono stata bene».

«Al suo bestseller Paura di volare? No. Per me, dietro la paura di volare ci sono tante cose, è il lasciarmi andare, l’affidarmi a un’altra persona. Volare ti porta in un altro luogo, è uno spostamento che fai, è il trovarsi in una vita sconosciuta».

E’ il suo debutto come regista. E’ in buona compagnia

«Sì, io Paola Cortellesi, Claudia Gerini…Non lo so perché tutte ora. Mi piace che ci sia competizione fra noi. Ci siamo esposte. Ero abituata alla mia bellissima vita d’attrice».

Un film brillante, posseduto dalla grazia

«Ho frequentato poco la commedia, che invece mi piace molto. Comunque anche qui ci sono momenti non tanto divertenti».

Il cinema è ancora maschilista?

«Eccome, gli uomini sono fatti a quel modo, non è che il cinema vive in una dimensione diversa. Quello delle maestranze per esempio è un lavoro destinato agli uomini. Io sul set mi sono circondata di donne. Anna Bonaiuto, Giulia Michelini, Elena Sofia Ricci, Euridice Axen…».

Ha pensato a qualche maestro con cui ha lavorato?

«Veramente ho cercato di comportarmi al contrario di quello che i registi sono stati con me: il potere sono io e si fa come dico io. Sono nevrotica ma ho cercato di non esserlo».

Buy rassicurante è una notizia

«Sui set in genere sono anche nervosa, invece qui non è successo, mi sono placata, ho avuto voglia di mettere a proprio agio gli attori. Ho avuto quelli che volevo».

Sua figlia ci disse (ma con affetto) di non aver preso nulla di lei.

«Il regalo più bello è stato quello di preservarla perché non diventasse come me. Ha 22 anni, è seria, studia all’Accademia d’arte drammatica. Vorrei che facesse l’attrice in modo diverso da me, che lavorasse fuori».

Ecco, nel film si parla della grande carriera internazionale che si è preclusa.

«C’è stato un momento in cui avrei potuto lavorare bene all’estero. Ma non è nel mio carattere, sono stanziale. Ho rinunciato a tante cose. Dovevo fare un film in Montenegro, mi sono immaginata una montagna contro cui mi sarei sfracellata come la squadra del Torino a Superga».

«Sono contenta, è diverso parlare delle proprie cose. E’ una bella responsabilità. Quando recito per altri sono una pedina. Ho sempre avuto paura di dire qualcosa di sbagliato. Qua ci sono io».

L’ha fatto vedere al suo sodale Nanni Moretti?

«Mi ha invitato a fare una proiezione al Nuovo Sacher. Ho obiettato, ma se non l’hai visto? Non importa, mi ha risposto. Secondo me se l’è fatto proiettare di nascosto da qualche parte». Valerio Cappelli

24 ottobre 2023 (modifica il 24 ottobre 2023 | 16:42)

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