Le autorizzazioni da parte delle autorità kirghise di poter utilizzare l’elicottero H125 che si trova in loco non sono ancora arrivate e il repentino peggioramento delle condizioni meteo sta ostacolando le operazioni di soccorso dell’alpinista russa Natalia Nagovitsyna e il recupero della salma dell’alpinista italiano di Melzo, Luca Sinigaglia. Lo apprende l’AGI in contatto telefonico con i soccorritori italiani presenti a Bishkek, capitale del Kirghizistan. Il soccorso è temporaneamente sospeso. I tre soccorritori italiani sono Manuel Munari e Marco Sottile, esperti piloti di elicottero e specialisti in soccorsi in alta quota, e Michele Cucchi, guida e soccorritore d’alta quota. Natalia Nagovitsyna, 47 anni, moscovita e originaria della regione di Perm, dal 12 agosto è bloccata con una gamba fratturata a 7.140 metri sul Pik Pobeda (Picco della Vittoria), montagna simbolica tra Kirghizistan e Cina. Sono, quindi, parecchi giorni che la sfortunata alpinista russa si trova all’interno di una tenda con poche provviste, a temperature rigide (la colonnina di mercurio nelle ultime ore a quella quota è arrivata anche a -30 gradi). Nel corso dell’operazione di soccorso, è previsto anche il recupero del corpo di Sinigaglia, 49 anni, deceduto il 15 agosto a 6.800 metri a seguito di edema cerebrale dopo aver portato i primi aiuti a Natalia, amica e collega conosciuta nel 2021.

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