Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, che stanno indagando diretti dalla Procura, al culmine di una lite, il padre ha sparato di fronte al figlio colpendolo al volto e poi ha rivolto la stessa pistola di piccolo calibro alla sua testa facendo partire un colpo. I drammatici fatti sono accaduti nel giardino di fronte alla casa in via Fontine dove Benedetto Cerauolo abitava in affitto da un paio di anni, da quando cioè aveva ottenuto la libertà dopo la condanna. Il figlio Gaetano, che vive in provincia di Milano come la mamma, era arrivato nel Pisano da pochi giorni, probabilmente per festeggiare la Pasqua con il padre.
Benedetto Ceraulo è stato condannato all’ergastolo perché ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio di Maurizio Gucci, avvenuto il 27 marzo 1995 a Milano, meno di due anni dopo che l’imprenditore aveva lasciato la presidenza della casa di moda.
Il delitto fu orchestrato da banditi improvvisati e commissionato dall’ex moglie della vittima, Patrizia Reggiani, gelosa della nuova relazione del marito e impaurita dalla sue spese sostenute per questo nuovo amore che, secondo lei, avrebbero messo in pericolo il patrimonio di famiglia. Un’accusa di essere il killer sempre respinta da Ceraulo, ma che gli è costata prima l’ergastolo e poi una riduzione di pena fino alla definitiva condanna in Cassazione come l’esecutore materiale di quel delitto ideato e orchestrato da altri. Per l’accusa in cambio ricevette 150 milioni di lire. Fu arrestato nel 1997, la prima condanna all’ergastolo arriva il 3 novembre 1998, mentre la Reggiani viene condannata a 29 anni, la sua amica e maga dilettante Pina Auriemma a 25 e il suo complice, l’albergatore Ivano Savioni, a 27. Ergastolo anche per Orazio Cicala, ritenuto l’autista del killer. Il 17 marzo 2000 i giudici d’appello di Milano riformano la prima sentenza di condanna trasformando la pena di Ceraulo da ergastolo a 28 anni, 11 mesi e 20 giorni, poi confermata in Cassazione.