Processo con rito immediato per Riccardo Chiarioni, il ragazzo oggi diciottenne accusato del massacro della sua famiglia, lo scorso primo settembre, dopo aver festeggiato il compleanno del padre con una pizza nella loro villetta di Paderno Dugnano, in provincia di Milano.
Sei mesi di indagini da parte dei carabinieri della tenenza di Paderno non hanno però ancora trovato un reale perché al triplice omicidio: padre, madre e fratellino vennero ammazzati con un coltello da cucina. “Volevo essere immortale, uccidendoli avrei potuto vivere in modo libero”, la confessione a caldo del ragazzo che in camera aveva una copia del Mein Kampf di Hitler e i discorsi di Benito Mussolini annotati a matita su un quaderno, accanto ai disegni di aquile romane e fasci littori e agli appunti su lame e coltelli.
Lo scorso ottobre, infatti, su richiesta della difesa, la gip ha affidato a Franco Martelli, specialista in psichiatria e in criminologia clinica, l’incarico per la perizia psichiatrica in incidente probatorio sul giovane, detenuto nel carcere minorile di Firenze. E la relazione, per valutare la capacità di intendere e volere al momento dei fatti e quella processuale, dopo una breve proroga, sarà depositata nei prossimi giorni e discussa in un’udienza i primi di aprile. L’esperto dovrà verificare se, quando ha compiuto la strage, il ragazzo avesse anche solo un vizio parziale di mente, che nel caso influirà ovviamente sulla pena.
Intanto, le pm per i minori Sabrina Ditaranto e Elisa Salatino nei giorni scorsi hanno chiesto il giudizio immediato, disposto oggi dalla giudice, per omicidio volontario pluriaggravato, indicando nell’imputazione, appunto, il numero delle coltellate, molto più alto di quello che era emerso dai primi accertamenti autoptici. La maggior parte sferrate sul fratello.
Funerali di padre, madre e bimbo uccisi dal figlio primogenito a Paderno Dugnano – 12 settembre 2024 (lapresse)
Dopo la decisone di oggi sul rito immediato, il difensore presenterà istanza di abbreviato. Si va dunque verso un processo con una riduzione sull’eventuale pena, a meno di una certificazione di un vizio totale di mente. Processo che si terrà in un’altra data rispetto a quella già fissata per l’immediato.
“Volevo proprio cancellare tutta la mia vita di prima”, aveva messo a verbale il ragazzo, parlando di un suo “malessere” che durava da tempo, ma che si era acuito in estate, e dicendo di sentirsi “estraneo” rispetto al mondo. Uno dei temi che erano già stati contestati dalla difesa, nella fase della misura cautelare, era quello dell’aggravante della premeditazione. Difesa che, poi, ha anche nominato un proprio consulente di parte.