Andrea Cavallari, il 26enne evaso il 3 luglio, dopo la discussione della sua tesi di laurea all’università di Bologna, condannato per la strage di Corinaldo, è stato individuato e fermato a Barcellona, in Spagna. Lo ha fatto sapere il Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria, in stretto raccordo con tutte le altre forze dell’ordine. Il 26enne, dopo la discussione, non aveva fatto rientro nel carcere di Bologna, dove era detenuto.

Sarebbe stato fermato nella seconda parte della mattinata mentre camminava per strada.

Cavallari aveva ottenuto un permesso per discutere la tesi: era stato affidato ai familiari e non scortato dagli agenti della polizia penitenziaria.   Il 3 luglio però non è tornato in carcere e da allora sono cominciate le ricerche. Oltre al fascicolo per evasione, la Procura di Bologna ne ha aperto uno anche per favoreggiamento, per capire chi potrebbe averlo aiutato a scappare. Si dovrà capire come è arrivato a Barcellona e cosa ha fatto in questi giorni.

Cavallari è stato condannato a 11 anni e 10 mesi in via definitiva per la strage di Corinaldo (Ancona) – che fece 6 morti e 59 feriti. Laureatosi in legge all’Università di Bologna, dopo la cerimonia, aveva fatto perdere le proprie tracce.

Il magistrato di sorveglianza lo aveva autorizzato ad uscire per sostenere la discussione della tesi, senza la scorta della polizia penitenziaria e accompagnato dai familiari.

Carabinieri davanti al locale Lanterna azzurra in provincia di Ancona, 2018 (lapresse)

Andrea Cavallari, detenuto nel carcere della Dozza, era stato arrestato ad agosto 2019 dai carabinieri di Ancona insieme ad altri componenti della “banda dello spray” che, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, ha provocato a Corinaldo, in provincia di Ancona, la morte di sei persone: cinque minorenni e di una mamma di 39 anni, più altr 59 feriti, all’interno della discoteca “Lanterna Azzurra”, durante un concerto di Sfera Ebbasta. 

Avevano spruzzato spray al peperoncino per poter così derubare gli spettatori di un concerto del rapper.

I ragazzi, all’epoca di età tra i 19 e i 22 anni, originari della Bassa Modenese, erano specializzati nelle rapine usando lo spray al peperoncino. Nella discoteca Lanterna Azzurra del Comune dell’Anconetano, quella notte del dicembre 2018, poco prima del concerto, i sei (tutti condannati in via definitiva) causarono panico tra la folla e una fuga di massa che causò la tragedia.

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