La difesa del 17enne autore della strage familiare di Paderno Dugnano ha proposto al gip per i minorenni di Milano, che ha interrogato il giovane stamani nel carcere Beccaria, che non rimanga in custodia cautelare in carcere ma venga trasferito in una comunità. Il legale Amedeo Rizza ha spiegato che, secondo lui, in questi casi “il carcere non è l’unica soluzione” e ha aggiunto che chiederanno “un incontro per i prossimi giorni con i nonni che non vogliono abbandonarlo”. Oggi il gip dovrebbe decidere sulla convalida dell’arresto e sulla misura cautelare. I pm minorili hanno chiesto che il ragazzo resti al Beccaria.
] Strage in famiglia, il 17enne interrogato dal gip a Milano (ANSA)
“Provo dolore, pentimento, vorrei tornare indietro”, ripete anche al suo legale il ragazzo che ha ucciso con 68 coltellate il padre, la madre e il fratello di 12anni. E davanti ai pm prova stavolta a fornire in qualche modo una spiegazione, che manca, parlando di una sorta di atto di “emancipazione”. Ieri il giovane è stato interrogato per la seconda volta per un paio d’ore. Gli inquirenti hanno voluto da lui dettagli e precisazioni soprattutto sulla dinamica del triplice omicidio, sul modo in cui, dopo aver atteso che si addormentassero, ha prima infierito sul fratello, che dormiva in camera con lui, e poi in successione ha accoltellato mamma e papà che erano arrivati in soccorso.
“Provavo un disagio esistenziale”
È riuscito con freddezza ad ammazzare i due genitori, che arrivati in stanza non riuscivano a credere che fosse il figlio, descritto da tutti come un bravo ragazzo senza problemi, il responsabile dell’incubo che stavano vivendo. “Provavo un disagio, un’angoscia esistenziale, ma non pensavo di arrivare a ucciderli, non mi so spiegare cosa mi sia scattato quella sera, purtroppo è successo”, ha detto, in sostanza, all’avvocato di fiducia Amedeo Rizza.
Il legale esclude la premeditazione
Rispetto alle prime dichiarazioni nei verbali su quel “pensiero di uccidere” che andava avanti da giorni, il legale, dopo il colloquio, ha voluto chiarire che “mai” il ragazzo avrebbe pensato che il suo “malessere”, quel senso di “estraneità” dal mondo, potesse portarlo “ad ammazzare la famiglia”.
Il nonno: non lo abbandoneremo
Il nonno oggi ha incontrato il legale del ragazzo, l’avvocato Amedeo Rizza: “Non lo abbandoneremo mai, gli staremo sempre vicino”, ha assicurato, “malgrado il dolore” e il fatto che “non si riesca a spiegare quello che è accaduto”. Intanto, il Tribunale di Monza ha nominato per il ragazzo un tutore legale: un’avvocatessa.
Per gli inquirenti strage pianificata
Secondo gli inquirenti, il giovane avrebbe calcolato orari e spostamenti nell’abitazione, dopo la festa in casa per il compleanno del padre, per attuare la strage versol’1.55 della notte tra sabato e domenica. Di fronte alla domande sul “perché”, sul movente, il ragazzo avrebbe fornito un quadro più preciso del suo disagio, che lo portava a voler essere “libero” anche dalla famiglia, senza “imputare” ai genitori e al fratello fatti specifici. Voleva emanciparsi da loro – è questo il senso delle nuove dichiarazioni – si sentiva soffocare e per questo li avrebbe uccisi.
“Ha ritrattato la versione iniziale e ha confessato i tre omicidi”
Nella notte è stato lo stesso adolescente a dare l’allarme intorno all’una, chiamando il 118 per dire “Venite, ho ucciso mio padre”. I soccorritori avevano così allertato i carabinieri che lo avevano raggiunto nell’abitazione dove, nella stessa stanza, c’erano i corpi di degli altri familiari.
In un primo momento il 17enne – che non presentava ferite – aveva riferito di aver colpito solo il padre, dopo averlo trovato accovacciato nella cameretta del fratellino con accanto un coltello e la madre con il 12enne morti. Un racconto che da subito non aveva convinto del tutto gli inquirenti, anche se dall’inizio era stata esclusa l’ipotesi di una rapina, vista anche la casa in ordine. ”Lui ha immediatamente ritrattato la versione iniziale e ha confessato i tre omicidi” spiega in conferenza stampa la procuratrice del tribunale per i minorenni di Milano, Sabrina Ditaranto.
I dettagli della tragica notte nell’interrogatorio
L’interrogatorio è durato più di 12 ore. Dice di essersi alzato mentre gli altri dormivano per andare in cucina a prendere un “coltello da carne” e di avere colpito per primo (“ma senza una ragione precisa”) il fratellino. La confessione è un monologo inframmezzato dalle lacrime: “Non è successo niente di particolare sabato sera. Ma ci pensavo da un po’, era una cosa che covavo”.
“Era come se nessuno mi comprendesse”
Frequentava il liceo scientifico Gadda di Paderno e a giorni avrebbe iniziato la quinta. Giocava a pallavolo, usciva con gli amici, dalle testimonianze emerge un ragazzo come tanti. Ma nessuno aveva intercettato quel “disagio”, che lo stesso ragazzo fa fatica a raccontare: “Non so davvero come spiegarlo. Mi sento solo anche in mezzo agli altri”. A casa come con gli amici, che non gli mancavano: “Non avevo un vero dialogo con nessuno. Era come se nessuno mi comprendesse”. Nei prossimi giorni cominceranno i colloqui con gli psicologi del Beccaria. A chi lo interroga sembra un ragazzo “intelligente”, forse più della media. La sua appare come una confessione “autentica”. Non parla di bullismo, di sessualità, di problemi con le droghe.
Strage di Paderno Dugnano: il 17enne autore della strage in una foto tratta da profilo social della madre (Facebook )
“Non c’era nessun segnale di allarme”
“Non c’era nessun segnale di allarme rispetto a quello che è successo. C’è da dire che lui è sempre stato molto riservato per cui un eventuale atteggiamento più pensieroso poteva passare inosservato”. Lo ha affermato la pm parlando del giovane durante la conferenza stampa. Le indagini si concentreranno anche sulle analisi dei dispositivi elettronici utilizzati in famiglia per capire se ci fossero degli elementi che possano aiutare a contestualizzare il triplice omicidio. Al momento infatti non è emerso niente che potesse dare indicazioni ai carabinieri. L’unica segnalazione che la procuratrice ha fatto emergere è la presenza “di musica molto triste”.
Il 17enne arrestato non aveva espresso alcun disagio particolare nei giorni precedenti. Aveva preso per la prima volta una materia a settembre ma il suo “malessere interiore” che lo faceva pensare all’omicidio, “all’uccidere in generale”, non troverebbe spiegazione in questo esame, che non ha fatto in tempo a dare.
“Vista da fuori sembrava una famiglia perfetta”. Questo il commento che più spesso si sente dire dai residenti del comune alle porte di Milano. Qualcuno ha deposto un mazzo di fiori davanti al cancello esterno della strada dove viveva la famiglia. Sopra solo un biglietto con le parole: “Riposate in pace”.
Strage di Paderno Dugnano: il 17enne autore della strage in una foto tratta da profilo social della madre (Facebook )