“Stamattina a casa urlavano tutti”. Sono le parole pronunciate dal 14enne sopravvissuto alla strage della sua famiglia ieri a Nuoro, in cui hanno perso la vita la mamma, la sorella e il fratellino, mentre le forze dell’ordine lo accompagnavano in ospedale dopo essere stato colpito di striscio. Parole che potrebbero far pensare a una lite nei momenti che hanno preceduto la tragedia.
È stato lui ad aprire la porta di casa a carabinieri e polizia dopo la strage. Il ragazzo è stato operato dai chirurghi di Otorinolaringoiatria che gli hanno rimosso alcune schegge dalla mandibola. Non può incontrare nessuno, se non il personale sanitario, prima di essere sentito dagli inquirenti in modalità protetta e con il supporto di un tutore e di uno psicologo infantile.
Il bilancio è di cinque morti. Oltre all’omicida Roberto Gleboni, 52enne che si è tolto la vita dopo aver sparato alla famiglia, e a moglie e figlia, Giusi Massetti e Martina Gleboni di 43 e 26 anni, non ce l’hanno fatta neanche il bimbo di 10 anni e il vicino di casa Paolo Sanna, 59 anni.