Ferite devastanti”, “obitorio pieno di cadaveri”: sono immagini tragiche quelle che descrive con queste parole il segretario generale di Medici senza Frontiere (Msf), Christopher Lockyear, sulla situazione all’ospedale sudanese di Al Nao, dove sono arrivati i feriti dell’attacco di ieri su un mercato di Omdurman, vicino alla capitale Khartoum, che ha fatto 54 morti e 158 feriti. Lockyear si trovava all’ospedale di Al Nao quando i pazienti hanno iniziato ad arrivare dopo l’atroce bombardamento, messo in atto secondo le accuse dai paramilitari della Rapid Support Forces (RSF).

“Davanti a me c’è una scena di assoluta carneficina, l’ennesimo tragico esempio di questa implacabile guerra contro le persone” ha aggiunto Lockyear. L’ospedale Al Nao, supportato da Medici senza Frontiere, si trova proprio a Omdurman, nello Stato di Khartoum, in un’area controllata dalle forze armate sudanesi.

“Vedo le vite di uomini, donne e bambini straziate, con feriti che giacciono in ogni spazio possibile del pronto soccorso, mentre i medici fanno quello che possono” ha concluso Lockyear in un videomessaggio diffuso da Msf. Al Nao è il più grande ospedale pubblico funzionante rimasto a Omdurman. MsF opera in 11 dei 18 Stati del Sudan, in aree controllate sia dalle Forze armate sudanesi che dalle Forze di supporto rapido.

L’esercito in guerra contro i paramilitari dall’aprile 2023

Dall’aprile 2023, i paramilitari del RSF sono in guerra con l’esercito, un conflitto che ha causato la morte di decine di migliaia di persone e lo sradicamento di altri 12 milioni. Dopo mesi di apparente stallo nella capitale, a gennaio l’esercito ha lanciato un’offensiva, riprendendo basi chiave, tra cui il quartier generale, che era stato assediato dai paramilitari fin dall’inizio della guerra. Questa mossa ha spinto sempre di più i paramilitari della RSF nella periferia della capitale.

Il bombardamento di ieri è avvenuto un giorno dopo che il comandante della RSF, Mohamed Hamdan Daglo, aveva giurato di riprendere la capitale all’esercito: “Li abbiamo espulsi (da Khartoum) in passato e li espelleremo di nuovo”, ha detto alle truppe in un raro discorso video.

Tuttavia, il gruppo paramilitare ha negato di aver lanciato l’attacco: in una dichiarazione, le forze della RSF hanno fatto sapere che “non hanno preso di mira nessuna area popolata di Omdurman” e hanno negato qualsiasi collegamento con i bombardamenti che hanno colpito il mercato di Sabreen, confermando che tutti i proiettili di artiglieria nell’area di Al Thawrat sono stati sparati da piattaforme militari. Testimoni dell’attacco di ieri, l’ultimo a colpire i civili nei mercati, hanno riferito all’Afp che il fuoco di artiglieria proveniva dalla parte occidentale di Omdurman, ancora sotto il controllo delle RSF.

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