Ospite della trasmissione XXI Secolo, su Rai1, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nell’intervista con Francesco Giorgino ricorda che in politica estera non ci sono amici/nemici ma conta l’interesse nazionale. E in un momento così cruciale si deve mantenere “la calma”, ragionare “in modo lucido”, “evitare fratture”, perché “ogni divisione dell’Occidente ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà”. 

Meloni all’indomani del vertice di Londra, ribadisce che una pace che preveda garanzie di sicurezza per l’Ucraina è l’obiettivo che alla fine “tutti condividono” ma ammette però che “la questione centrale” è come si fa a costruire una pace “stabile, duratura, io direi definitiva”. 

Una pace del genere, evidenzia peraltro, “serve a tutti: all’Ucraina, ai paesi europei, particolarmente a quelli che si sentono minacciati giustamente dalla Russia” e, aggiunge, “serve a Trump che è un leader forte e che chiaramente non può permettersi di siglare un accordo che qualcuno domani potrebbe violare”. 

La premier rilancia la sua proposta di “incontro per parlarsi in modo franco di come si vuole affrontare le grandi sfide che Europa, Stati Uniti e l’Occidente hanno di fronte”, mentre respinge nuovamente la proposta franco-britannica di invio di soldati europei in Ucraina: “L’Italia ha espresso le sue perplessità, secondo me è molto complessa nella realizzazione, non sono convinta dell’efficacia, è la ragione per la quale, come si sa, abbiamo detto che non manderemo i soldati italiani“.

Poi Meloni affronta l’altro dossier, assieme a quello relativo a Kiev, che preoccupa le cancellerie europee, ovvero i dazi. “Il nostro interesse è completamente opposto a quello che sta dichiarando Trump – osserva la premier -, poi vedremo che cosa accadrà nei fatti. Anche se io sono convinta che in realtà quello che può produrre l’avvio di dazi, con una risposta europea, cioè una guerra commerciale, non convenga in realtà a nessuno, non conviene neanche agli Stati Uniti, però su questo ci possono essere punti di vista differenti“. La premier si dice fiduciosa, afferma che il nodo si può “risolvere in modo positivo, con degli accordi piuttosto che avviando un’escalation. È uno dei temi che affronterò, che in parte ho già affrontato con il presidente degli Stati Uniti“, in quella logica di ‘ponte’ tra Usa e Ue che Meloni cerca da prima del ritorno di Trump alla Casa Bianca

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