Dubbi della Cassazione sui centri per migranti in Albania: gli ermellini chiamano in causa la Corte di giustizia dell’Unione europea per stabilire se trasferimenti e trattenimenti siano compatibili con il diritto comunitario. I giudici tornano dunque sui propri passi rispetto alla decisione dell’8 maggio scorso con la quale avevano equiparato il Cpr di Gjader a quelli che si trovano sul territorio italiano. Due le questioni pregiudiziali sollevate, che nascono dai ricorsi del Viminale contro altrettante mancate convalide del trattenimento decise dalla Corte d’appello di Roma: quello di un migrante in situazione di irregolarità amministrativa e quello di un richiedente asilo che ha fatto domanda di protezione internazionale nel Cpr in Albania.
Per la prima questione il dubbio è che il trasferimento dall’Italia all’Albania contrasti con la direttiva rimpatri. In particolare, la Cassazione chiede alla Corte di Giustizia dell’Ue se il trasferimento in Albania possa andare contro gli orientamenti al rimpatrio forzato, come previsti dall’articolo 3 della Direttiva 2008/115/CE del Parlamento europeo e del Consiglio. I giudici fanno riferimento alla legge 14/2024 che ratifica il protocollo tra Italia e Albania in materia di trasferimenti dei migranti irregolari. Nel secondo caso, invece, si richiama la Direttiva 2013/32/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio riguardo le procedure comuni per il riconoscimento e la revoca dello status di protezione internazionale. La Cassazione chiede se la norma europea sia in contrasto con la “disciplina interna”, che consente “di disporre il trattenimento” in uno dei centri realizzati al di fuori dell’Italia, in base al protocollo con l’Albania, “in ragione del ritenuto carattere strumentale della domanda di protezione”. Alla Corte di Lussemburgo, i giudici chiedono di esprimersi con “procedimento d’urgenza”.
Corte di Cassazione a Roma (ansa)
In attesa della decisione, il “giudizio” è sospeso. Il nuovo pronunciamento della Cassazione viene accolto con soddisfazione da tutta l’opposizione. Per Angelo Bonelli, deputato AVS e Co-Portavoce di Europa Verde, “l’intesa con Tirana è contraria al diritto europeo, calpesta i diritti fondamentali delle persone ed è un vergognoso spreco di denaro pubblico”. Sulla stessa linea il segretario di Più Europa Riccardo Magi: “I Cpr albanesi, pagati dai contribuenti italiani quasi un miliardo di euro, non sono solo un fallimento politico di Meloni, visto che finora hanno ospitato pochissime persone, ma lo sono anche da un punto di vista giuridico – sottolinea – L’intero impianto del protocollo va palesemente contro le norme europee e non rispetta alcuno standard umanitario”. Mentre Nicola Fratoianni di Avs parla di “ennesima figuraccia di questo governo e dei suoi ministri”. “E’ inutile – attacca – che i ministri del governo Meloni si pavoneggino all’estero per gli inutili e costosi centri in Albania”.

Angelo Bonelli (Ansa)
Intanto da Madrid, dove ha incontrato il suo omologo spagnolo, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi rivendica, “come Italia”, il “primato di aver avviato la discussione sugli hub regionali per il rimpatri dei migranti, che poi si svilupperà in Ue. Abbiamo il merito – afferma – di aver avviato una discussione su questo e ora non c’è più un pregiudizio assoluto da parte di nessuno”.
Matteo Piantedosi (Rai)
23/01/2025