Il taglio del cuneo fiscale interessa complessivamente “17,4 milioni di persone” con “2,9 milioni di nuovi beneficiari” nel 2025 “che riceveranno un beneficio medio di 576 euro annui. D’altro canto, circa 500mila individui perdono il titolo al beneficio” perché non rientrano più nei parametri previsti dalle norme. E’ quanto stima l’Istat, come riportato nella relazione illustrata dal presidente dell’istituto, Francesco Maria Chelli, nel corso dell’audizione in commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla manovra.

“La quota di quanti hanno rinunciato alle cure sanitarie a causa delle lunghe liste di attesa risulta pari al 4,5% (2,8% nel 2019). Le rinunce per motivi economici riguardano il 4,2% della popolazione, quelle per scomodità del servizio l’1,0%. A lanciare il monito è il presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli, che durante la sua audizione sulla manovra ha citato l’indagine ‘Aspetti della vita quotidiana’ con informazioni sulle persone che, pur avendone bisogno, hanno dovuto rinunciare a un accertamento diagnostico o a una visita specialistica. 

“L’attività industriale continua a mostrare segnali di debolezza. Nelle stime preliminari, la variazione nulla del Pil è la sintesi di una forte riduzione nel settore dell’industria, di un calo del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura e di una espansione in quello dei servizi. La crescita acquisita per il 2024 – la crescita annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nell’ultimo trimestre dell’anno – resta ferma allo 0,4%”. Così Francesco Maria Chelli, Presidente dell’Istat, in audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, sulla manovra.

 

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