«The Staircase», Colin Firth in un true crime pieno di colpi di scena- Corriere.it

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di Maurizio Porro

La miniserie in otto episodi racconta la vicenda di Michael Peterson, protagonista di uno dei casi giudiziari più discussi della storia degli Stati Uniti

A volte la cronaca vera, drammatica, di una vicenda accaduta e che non ha a tutt’oggi trovato il bandolo unico della verità, pare un soggetto interessante e vero come alcun sceneggiatore avrebbe mai potuto scrivere. Viene da pensarlo assistendo alle otto appassionanti puntate di «The Staircase – Una morte sospetta» scritto e diretto da Antonio Campos con Maggie Cohn, con Colin Firth superstar (Sky e in streaming su NOW). Una storia su cui molti cervelli si sono già spremuti, esiste un documentario francese in tredici episodi uscito nel 2018, regista Jean-Xavier deLestrade, e basato sulla stessa vicenda (visibile ora su Netflix) in cui i personaggi sono quelli reali.

Il finale, senza rivelare nulla, è pirandelliano: a ciascuno la sua verità e il sistema giudiziario americano si mette in mostra. La data da segnare è quella del 9 dicembre 2001 proprio sotto Natale, Santa Claus, a Durham, Carolina del Nord: quella notte il professor Michael Peterson chiamò il 911 per un’ambulanza perché la moglie Kathleen giaceva morta dopo una accidentale caduta lungo le strette scale di legno ad angolo del loro appartamento. Quante chiamate fece il marito? E come davvero trovò la moglie? Un piede in fallo? L’uomo che le sbatte la testa contro il muro? O magari un uccello rapace, un gufo che ci mette del suo, dato che l’abitazione è infestata da pipistrelli? E l’arma del delitto quale era? L’oggetto del camino che poi fu ritrovato intonso in garage?

Il medico legale, vista l’enorme quantità di sangue e le profonde lesioni del cranio, concluse trattarsi di omicidio e l’autopsia confermerà la tesi. Il marito, romanziere di successo, fu arrestato e il film si occupa di mostrarci le varie fasi del dibattimento, diventa un «court movie» con il giudice, i testimoni, i membri della giuria, le occhiate complici tra i membri di una famiglia allargata, che contempla matrimoni precedenti: i figli di lei, i figli di lui, le due adottive, le sorelle di lei. Ciascuno dei quali ha una sua idea su come siano andate le cose. In ogni puntata dell’ottimo prodotto della HBO, in equilibrio delicato tra fiction e documento, veniamo a conoscere qualcosa di più, lungo il crinale fatto di flash back in cui vediamo i coniugi lieti, dopo aver noleggiato e visto uno stupido film sentimentale, consumare a bordo piscina l’ultima parte della fatal serata.

Poi la moglie rientra e scopre sul computer del marito, che doveva usare per lavoro, la vita bisessuale dell’uomo, dedito a incontri con uomini e ragazzi. Sembra uno dei casi di femminicidio di cui è piena la nostra quotidianità, con gossip particolari che ne fanno un episodio morboso e molto chiacchierato per la notorietà intellettuale del protagonista cui Colin Firth dà una verità mai ego riferita ma forte nel dubbio, incerta e nello stesso tempo sentimentale: odi et amo, si può nello stesso tempo dicevano i poeti. Ma la corte deve alla fine decidere, la scena è raccapricciante, e il film procede inseguendo le tappe del caso giudiziario ancora oggi che Peterson è in libertà provvisoria.

Uno di quei casi in cui i media si buttano a pesce per sedare la curiosità, un uomo ricco e famoso, una famiglia popolosa, una doppia vita bisex: cosa volere di più, considerando che era tutta vita vissuta? Grazie ai salti nel tempo abbiamo modo di ammirare non solo la sensibilità espressiva di Firth, ma anche quella di Toni Colette, la moglie sfortunata su cui rimane il dubbio: era o no informata sulla d
oppia vita del coniuge? La serie si basa molto sul materiale del documentario girato dal 2002 al 2018, un’eternità di vita e sentenze, non solo dell’accusato, ma del suo avvocato e di tutti i figli che intanto crescono, giudicano, coltivano dubbi. Quindi si è studiato il caso sul materiale francese (ma ci sono molte voci sui rapporti dei due registi e i costi della loro collaborazione) e del resto anche nel nuovo thriller «The Staircase» vediamo una troupe francese che riprende i fatti e di cui fa parte la bravissima Juliette Binoche che si ritaglierà un suo essenziale ruolo affettivo nei riguardi dell’accusato.

È un po’ quello che fece Bertolucci in «Ultimo tango a Parigi», in cui si divertì a filmare dentro al film, anche quello che Jean-Pierre Lèaud sta girando. Quella dei Peterson era una famiglia con un grosso quoziente intellettual-sociale: oltre a Michael, Kathleen, nata il 21 febbraio 53, fu la prima donna a essere ammessa nella scuola di ingegneria ed ebbe una carriera di successo presso una società di comunicazioni. L’incontro fatale con Peterson avvenne nel 1986, poi la lunga convivenza e le nozze nel 1997, perché entrambi già sposati con figli e figlie, comprese le due adottive dell’amica defunta anche lei cadendo dalle scale e questo non sarà ininfluente ai fini del dibattimento, data la strana coincidenza. I Peterson coltivavano a porte chiuse una serie di nevrosi e di problemi che la morte di lei portano in luce e che molti in tribunale sostennero di conoscere da tempo, compatibili quindi con una media felicità piccolo borghese, rovinata proprio in clima di Natale. Non riveliamo il decorso del processo la cui domanda è: si trattò di incidente o di folle pestaggio?

I colpi di scena sono abbondanti: Mr. Peterson è accusato di omicidio di primo grado il 20 dicembre 2001, ma la serie riapre il caso e offre più di una soluzione, sempre senza tradire la verità. Il processo iniziò l’l1 luglio 2003, fra i testi anche un escort (nel computer di Michael c’erano oltre 2000 immagini di uomini nudi), ma tra i sospetti anche quello di una possibile difficoltà finanziaria, visti i debiti sulla carta di credito, come scrissero alcuni giornali. Il 10 ottobre 2003 Peterson è condannato all’ergastolo, ma nel dicembre 2011 gli fu concesso un nuovo processo, dopo otto anni di carcere. A 68 anni, pagata una cauzione di 300.000 dollari, l’uomo andò agli arresti domiciliari in attesa della nuova istruttoria…e qui manca ancora un ultimo colpo di scena, ma intanto l’uomo vive sempre a Durham, ma ha cambiato casa. E la emozionante serie si chiude sull’immagine di profonda solitudine.

16 agosto 2023 (modifica il 16 agosto 2023 | 08:01)

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