Il caso è quello della realizzazione di Torre Milano, un grattacielo residenziale di 24 piani in via Stresa. A decidere il rinvio a giudizio è stata Teresa De Pascale, giudice per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta della Procura. Il caso è il primo a finire a processo dei molti trattati dai pm milanesi nell’ambito delle indagini sull’urbanistica milanese. A processo finiscono dunque Stefano e Carlo Rusconi come rappresentanti legali della Opm, l’architetto Gianni Maria Ermanno Beretta come progettista e direttore lavori, l’ex dirigente di Palazzo Marino Giovanni Oggioni, Franco Zinna ex numero uno fino a pochi mesi fa della direzione Urbanistica di Palazzo Marino, i funzionari dello Sportello unico edilizia che si sono occupati della pratica ‘Torre Milano’ Francesco Mario Carrillo, Maria Chiara Femminis e Pietro Ghelfi. 

Le accuse sono di aver qualificato come “ristrutturazione edilizia” invece che “nuova costruzione” l’intervento di demolizione e ricostruzione di due edifici e la loro sostituzione con un grattacielo di 24 piani alto 82 metri, oltre a un altro edificio più piccolo. Secondo i pm Paolo Filippini, Marina Petruzzella e Mauro Clerici  la procedura avrebbe comportato una serie di vantaggi economici, urbanistici ed edilizi in deroga alle leggi nazionali.

La “lottizzazione abusiva” si qualificherebbe, in particolare, per aver iniziato una “trasformazione edilizia urbanistica” in assenza di un “piano urbanistico attuativo” obbligatorio per gli edifici con altezze superiori ai 25 metri. Sarebbero stati quindi violati i limiti di legge “inderogabili” su “densità, altezza e distanza” degli edifici provocando la “compromissione del paesaggio urbano” e il tutto senza prevedere un aumento né dei “parcheggi”, né del “verde”, nonostante i nuovi “carichi urbanistici” stimati in 102 appartamenti per 320 abitanti. 

Il progetto Torre Milano era stato avviato il 6 settembre 2018 con una segnalazione certificata di inizio attività alternativa al permesso a costruire – in base a una circolare del 31 maggio. Quella firma – sostiene la procura – avrebbe procurato “un ingiusto vantaggio economico di rilevante entità” al privato e “un ingiusto vantaggio patrimoniale” derivante da “maggiori volumi” sul grattacielo. Il dibattimento – il primo che parte dalle circa 20 inchieste su urbanistica e cantieri della città aperte negli ultimi due anni e mezzo – si celebrerà davanti ai giudici della settima sezione penale.

La difesa dell’impresa: ci siamo adeguati a linea Comune
“Ce lo aspettavamo, è una questione tecnica che necessita del vaglio dibattimentale. Ci dispiace soltanto che non sia stato valutato l’elemento soggettivo dei reati contestati, perché l’impresa si è semplicemente adeguata alla linea politico-amministrativa del Comune di Milano”. Lo ha spiegato l’avvocato Federico Papa, legale di Carlo Rusconi, imprenditore edile e legale rappresentante della Opm, che ha costruito la Torre Milano al centro del primo processo, così come deciso oggi dal gup, dopo le inchieste della Procura milanese sulla gestione urbanistica della città.”E’ un peccato, perché si celebra un processo che non aveva ragione di essere e la situazione sarà chiarita, sarà un processo inutile. Quando la questione sarà approfondita si vedrà che non c’è alcun sistema o complotto e che i rapporti pubblico-privato hanno fatto bene alla città”, ha affermato l’avvocato Michele Bencini, legale di Stefano Rusconi, anche lui imputato e rappresentante legale della Opm.
Per Gianni Maria Beretta, architetto, progettista e direttore dei lavori, difeso dall’avvocato Massimiliano Diodà, la gup De Pascale ha dichiarato prescritta un’imputazione per falso.
 

 

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