L’eroe di Italia ’90, ricoverato all’ospedale Civico di Palermo da inizio settembre, è nuovamente in condizioni critiche. Nei giorni scorsi si era registrato qualche incoraggiante miglioramento con la riduzione dell’ossigeno per respirare, ma nelle ultime ore, secondo quanto si apprende da fonti sanitarie del complesso ospedaliero palermitano, la situazione sarebbe nuovamente tornata delicata e difficile.

Totò Schillaci, in cura da qualche anno per un tumore, aveva già subito degli interventi, era stato in cura alla clinica la Maddalena e ora si trova nel nosocomio cittadino. Una prima comunicazione sulle sue condizioni era apparsa sul suo profilo social qualche giorno fa: “Totò è in condizioni stabili ed è controllato da una equipe di medici notte e giorno. Forza Totò”

La famiglia aveva deciso di dare la comunicazione “viste le innumerevoli chiamate da parte di molte testate giornalistiche e viste le brutte notizie che circolano”. Poi l’augurio di riprendersi, “Forza Totò”. Schillaci, 59 anni, è già stato sottoposto a due interventi al colon e ha raccontato la sua malattia, le terapie, la paura al momento della diagnosi e poi il male che lo ha segnato. Un male che aveva sconfitto e che ora si sarebbe ripresentato. 

Mentre gioca la partita più importante di sempre, gli italiani che lo hanno seguito con le maglie della Nazionale e poi di Messina, Juventus, Inter e Jubilo Iwata continuano a lasciare sui social messaggi di incoraggiamento e affetto per il grande campione.

Il post della famiglia di Totò Schillaci (Instagram)

Gli scatti di Italia 90 e l’augurio: “Forza Totò”

Abbracciati dopo il gol, poi vicini prima di scendere in campo con la maglia azzurra durante le “notti magiche”. Emozionano gli scatti di Totò Schillaci e Roberto Baggio condivisi sulla pagina social del bomber ricoverato in ospedale e accompagnati dalla frase di incoraggiamento: “Forza Totò”.  Gli auguri all’attaccante che fece sognare i tifosi durante l’ultimo mondiale giocato in casa dall’Italia provengono dalla seguitissima fan page di Roberto Baggio, non direttamente dall’ex numero dieci.

I gol delle “notti magiche”

I gol nelle “notti magiche” di Italia 90 – immortalate dalla canzone di Gianna Nannini e Edorado Bennato – hanno consegnato Totò Schillaci, da San Giovanni Apostolo, Palermo, alla storia del calcio italiano. L’Italia del ct Azeglio Vicini puntava alla finale, trascinata dalle reti di un ragazzo siciliano convocato come riserva e divenuto titolare a suon di reti. Un gol dietro l’altro che trascinarono gli Azzurri di Vicini a undici metri dalla finalissima di Coppa del mondo.

Totò Schillaci segna con l'Inghilterra durante Italia 90

Totò Schillaci segna con l’Inghilterra durante Italia 90 (Ansa)

Il sogno si infranse sull’Argentina di Maradona, che battè gli azzurri ai rigori nella semifinale di Napoli. Di quel mondiale sfortunato per gli azzurri – arrivammo terzi – Totò fu capocannoniere. E nel 90 arrivò addirittura secondo nella classifica del Pallone d’oro. “Potevamo vincere, ma andò come andò”, ha sempre detto ricordando quei giorni.

“Era una squadra di grandi campioni, Baggio, Baresi, Vialli, Maldini, Ancelotti – disse – e io ho avuto l’onore di giocare con loro. Era un ambiente importante, io ero orgoglioso perchè non è che c’erano tutti questi siciliani nel giro azzurro”.

“Lottai con i denti per guadagnarmi un posto da titolare in azzurro, pensavo solo a quello. Gli italiani erano innamorati di me? Non compresi questo entusiasmo, lo scoprii dopo e lo vedo ancora oggi. Ovunque mi riconoscono e mi fanno feste, mi mostrano i video, vogliono che racconti, la gente ricorda Italia ’90 e mi chiede di rifare gli occhi spiritati!”. Di quei giorni Schillaci conserva tanti ricordi, uno su tutti.

“Nella finalina con l’Inghilterra mi procurai un rigore. Baggio mi disse: tiralo tu, così vinci la classifica dei bomber. Un regalo inatteso”. Eppure con Baggio dicevano che avesse fatto a botte…

La vita, la carriera

Nato il primo dicembre del 1964 a Palermo e cresciuto nel quartiere popolare di San Giovanni Apostolo, ha iniziato a giocare nella squadra di zona che rappresentava l’omonima azienda municipalizzata palermitana.

Nel 1982 è stato ingaggiato dal Messina, in Serie C2. Nella stagione 1985-86 ha contribuito con 11 reti alla promozione della squadra in Serie B. Il suo allenatore Franco Scoglio diceva di lui: “Aveva una voglia di fare gol che non ho mai visto in nessuno”.

Dal Messina approdò alla Juventus, all’Inter e al Jubilo Iwata (Giappone), dove divenne un idolo.

I calciatori di Italia 90 ricevuti al Quirinale (Ansa)

Tre fratelli e una sorella, il papà, che faceva il muratore, è stato sempre il suo più grande tifoso e lo ha accompagnato dappertutto pur di farlo giocare. Ha fatto il gommista, il garzone di pasticceria, l’ambulante. Fino al reclutamento nel Messina.  

Schillaci era alla clinica oncologica La Maddalena quando, il 16 gennaio del 2023, è stato arrestato il boss Messina Denaro. “Erano le 8.15 del mattino – ha raccontato lui stesso – aspettavo la mia visita di controllo, perché lì sono in cura dai dottori Mezzatesta e Mandalà. Avevo appena finito la colazione al bar, in un attimo mi sono ritrovato circondato da persone incappucciate con le armi spianate. Ho pensato a un attentato. Poi i carabinieri si sono qualificati, ma per un attimo io e quelli intorno a me ci siamo spaventati, c’era confusione”.   

L’ex bomber ha anche gestito per anni un centro sportivo per giovani. “Adoro Palermo e mi dà molto fastidio vederla associata solo alla criminalità, perché offre tante cose belle. Bisogna investire sui quartieri, questo sì, togliendo i giovani dalle strade. Ho rilevato il centro sportivo, Louis Ribolla, in una zona popolare, proprio per restituire qualcosa di quanto mi è stato dato dalla città”, disse.

Nel 2004 aveva partecipato all’Isola dei famosi, un anno fa partecipò con la moglie Barbara al programma Pechino Express. Poco prima era stato operato di tumore per due volte. “La trasmissione – raccontò –  è stata una rivincita sulla malattia che mi ha fatto soffrire tantissimo”.

Totò Schillaci all’Isola dei famosi nel 2004 (LaPresse)

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