Dopo la chiusura delle indagini, a fine Gennaio, ieri per la prima volta la signora Mihaela, mamma di Patrizia Cormos, la ragazza di 19 anni morta, assieme ai due amici Bianca Doros e Cristian Molnar, dopo essere stata travolta dall’ improvvisa piena del fiume Natisone, ha potuto ascoltare la voce della figlia, nel corso delle varie telefonate che i ragazzi avevano fatto ai soccorritori.
L’attesa al telefono “con una musichetta”
“I ragazzi sono stati messi in attesa, senza alcun sostegno – ha commentato al termine la donna ai media locali in modo molto critico – Ci chiediamo come sia potuta accadere una cosa del genere. Chiunque chiami per chiedere aiuto non dovrebbe mai essere messo in attesa. Chi risponde dovrebbe cercare di rassicurare, di offrire una parola di conforto, e non lasciare che l’unico suono in linea sia una musica di sottofondo”.
L’ultimo appello drammatico di Mihaela: “Non abbiamo più tempo”
La parte più drammatica delle telefonate è quando la ragazza lancia il suo ultimo appello: “Non abbiamo più tempo – dice ai soccorritori – non ce la facciamo più. Solo un elicottero può salvarci”.
3 ragazzi travolti dalla piena del fiume Natisone (ansa)
L’ipotesi di omicidio colposo per quattro persone
Ed è una “nuova puntata”, nella dolorosa vicenda del fiume Natisone, la morte di tre ragazzi durante una piena improvvisa del fiume, il 31 maggio del 2024. Per la prima volta dopo la conclusione delle indagini che ipotizzano il reato di omicidio colposo per quattro persone coinvolte nell’inchiesta (un infermiere e tre vigili del fuoco)
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Tragedia del Natisone, continuano le ricerche di Cristian – 04 giugno 2024 (Ansa)
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Continuano le ricerche dei ragazzi scomparsi nel Natisone (Ansa/Vigili del fuoco )
I tempi (decisivi) dei soccorsi
L’inchiesta si è concentrata sulle comunicazioni tra Sores e vigili del fuoco. Nell’atto di conclusione delle indagini si parla di procedure di intervento disattese. Contestata l’attivazione prima di mezzi non idonei a quel soccorso, come un’autoscala. Toppo tardiva quella dell’elicottero sanitario, che arriva 43 minuti dopo il primo SOS. Tre minuti troppo tardi, la corrente aveva già trascinato via i ragazzi.
Il decollo dell’elicottero dei Vvf
Ma vengono evidenziate anche dimenticanze – come l’inserimento della richiesta di missione per il decollo dell’elicottero dei vigili del fuoco da Venezia – coordinate geografiche della richiesta di aiuto non visualizzate e, nel caso dell’infermiere, non aver utilizzato un’apposita linea telefonica di emergenza.