«Trasformo Otello in un criminale contemporaneo»- Corriere.it

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di Maurizio Porro

Al Festival di Locarno il nuovo film dell’attore e regista. Che indaga l’oggi attraverso la carnalit di una riscrittura della tragedia di Shakespeare in dialetto romanesco

LOCARNO Ieri sera folla in Piazza Grande per il popolare Edoardo Leo che ha diretto Non sono quello che sonoThe Tragedy of Otello, un film coraggioso, un regalo per i 50 anni fuori dal comfort delle commedie. Da anni pensavo a Otello, ma per il piacere di interpretare Iago. Il gran lavoro stato tradurre Shakespeare in romanesco senza modifiche.

Siamo nel 2001, perimetro laziale di Nettuno, sordido ambiente di malavita, discoteche rumorose (altro che la canzone del Salice della povera Desdemona), alcol, droga a fiumi. Ma Otello era un prode guerriero… Si, ma anche un assassino che ha ucciso la moglie per gelosia, non per un fazzoletto ma per un velo, uno hijab, causa della tragedia nella perfida preparazione di Iago che nella tragedia scompare ed io nel film lo scopro in carcere dopo trent’anni che racconta la storia. Chiariamolo, Otello un criminale. Basta assolverlo in nome di un romanticismo che scade giorno per giorno con femminicidi, razzismo, fake news, tre temi che prendo di mira.

Leo gioca tutta la sua maestra di attore, visibile anche nel genere brillante, isola i personaggi fuori dal reale ma dentro la loro teatralit. Dimenticare la poesia: rischio? Non possiamo permetterci sconti sentimentali, ho tagliato le parti in cui Otello tenta di darsi e dirsi una ragione, anni di delitti d’onore, mi lego a lui con le manette. Due volti del Male. Il mio Otello il criminale contemporaneo, ho tolto l’aureola nobile ma senza toccare il testo, il pubblico non deve provare empatia, ancora troppi residui di una cultura patriarcale giustificano i rapporti d’amore malati.

Shakespeare maschilista? Non lui, la societ del tempo, io volevo rendere tutto accessibile e oggi il dialetto ha la carnalit e l’immediatezza che aveva il linguaggio scespiriano, senza sminuirne la poesia. Ora per Leo c’ il film di Liliana Cavani (L’Ordine del Tempo), mentre si prende un anno sabbatico dal cinema col teatro, sar il 13 e 14 dicembre agli Arcimboldi di Milano con Ti racconto una storia: Basta con la comfort zone della commedia in cui mi sono relegato, ho sempre fatto teatro, vengo dalla scuola di Proietti, la mia natura pi profonda legata a scelte anche drammatiche: non voglio fare calcoli di carriera, solo le cose che mi interessano, senza voler piacere a tutti.

7 agosto 2023 (modifica il 7 agosto 2023 | 07:33)

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