Il taglio del canone Rai frena il decreto fiscale in Senato mentre il decreto sulla giustizia slitta al prossimo Consiglio dei ministri, ufficialmente per l’assenza di tutti i ministri di Forza Italia, ma di fatto perché agli azzurri non piace qualche aspetto delle misure sulla cybersicurezza. Il braccio di ferro è tutto interno alla maggioranza e l’obiettivo, in particolare sul canone Rai, è riuscire a trovare una soluzione il prima possibile, e comunque entro la fine del voto sugli emendamenti al dl fisco previsto in giornata, dopo il rinvio deciso dalla Commissione Bilancio. 

L’ incontro di ieri sulla manovra con i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, e il leader di Noi moderati Maurizio Lupi non ha sciolto infatti alcuni nodi: la riduzione del canone Rai, chiesta a gran voce dalla Lega, anche magari più contenuta dei 20 euro di un anno fa, è una proposta che, si ragiona in ambienti della maggioranza, non vedrebbe di buon occhio neanche la premier. 

“È emerso chiaramente al vertice che è un tema divisivo ed è stato chiesto che i temi divisivi vengano accantonati”, spiega l’azzurro Dario Damiani, uno dei relatori del dl fiscale, quando poco prima delle 17 di ieri si interrompono i lavori della commissione Bilancio: “Come Parlamento, chiediamo un ulteriore sforzo su temi che siano omogenei al dl fiscale”. E auspica che Luca Ciriani porti le istanze al Cdm al via di lì a poco. Ma quando il ministro per i Rapporti con il Parlamento torna in Senato senza una risposta definitiva si apre una riunione di maggioranza e la chiusura slitta almeno di un giorno: “Sul canone adesso discutiamo in maggioranza e vediamo quando e come affrontarlo”, ma “cerchiamo di risolverla qua” nel dl fisco.   

La Lega, che ha presentato l’emendamento alla manovra per confermare il taglio da 90 a 70 euro, si dice convinta che, alla fine, si riuscirà “a trovare il giusto punto di equilibrio”. “Credo che la maggioranza sia compatta” ha osservato il capogruppo del Carroccio in commissione Vigilanza Giorgio Maria Bergesio “noi non stiamo sottraendo risorse alla Rai, ma le prendiamo dalla fiscalità generale come condiviso” nella manovra 2024 “da tutto il centrodestra compatto. Se riduciamo di 400 milioni di euro l’importo del canone prendendoli dalla fiscalità generale li prendiamo dalle tasse che i cittadini già pagano”. La riduzione continua, però, a trovare la ferma opposizione di Forza Italia. “Il taglio del canone Rai non serve a niente, noi non siamo d’accordo, perché se fai il taglio poi si danno alla Rai 400 milioni che sono dei cittadini, quindi se non è zuppa è pan bagnato”, ha tagliato corto il capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri.

Ma un altro tema su cui il confronto è acceso riguarda il decreto sulla giustizia  nuovamente slittato al prossimo Cdm (atteso per venerdì).  Gasparri, auspica “una riflessione” sui “potenziamenti in materia di reati informatici per la Procura nazionale antimafia, che su questo fronte avrebbe nuovi poteri di impulso e il coordinamento”. C’è un clima da pre-rimpasto, secondo le voci più preoccupate nella maggioranza: fanno gola le deleghe di Raffaele Fitto, e a gennaio a Milano è attesa la decisione sulla ministra del Turismo Daniela Santanchè sul presunto falso in bilancio nel caso Visibilia.

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