Hanno scelto la Troxy Hall di Londra The Cure per presentare il nuovo album di inediti dopo 16 anni. Dalla sala art decò hanno regalato al mondo, un concerto di tre ore dove Robert Smith e soci hanno cantato dal vivo non solo i brani del nuovo Songs of a lost world, ma hanno ripercorso anche le tappe della carriera musicale del gruppo britannico. E con la capacità che solo i Cure possiedono hanno reso l’esibizione felice e triste allo stesso tempo, come il gruppo new wave è stato definito nel film Syng Street. Robert Smith, cantante polistrumentista del gruppo è una vera icona post punk, citata anche da Sorrentino nel personaggio interpretato da Sean Penn.
“Songs Of a Lost World” affronta temi come la perdita e la morte, con brani come “I Can Never Say Goodbye”, dedicato al fratello scomparso di Smith. “Le nostre canzoni hanno sempre avuto l’elemento della paura della mortalità – ha spiegato Smith – È sempre stato così, fin da quando ero giovane. Ma quando si invecchia, diventa più reale”.
Quanto al tema del trascorrere inesorabile del tempo, Smith riflette: “Io non sento affatto la mia età ma sono consapevole di aver compiuto 65 anni. Le cose che mi interessano ora non sono quelle che mi interessavano 20 anni fa. Ci sono stati grandi periodi della storia dei Cure in cui alcune canzoni erano importanti e altre no. In questo album sono tutte importanti. Voglio che le canzoni significhino qualcosa”.