Una inchiesta è in corso all’Ospedale di Lavagna (Genova) per capire se due infermiere, indagate, abbiano somministrato eccessive dosi di tranquillanti a base di benzodiazepine ai pazienti per farli dormire durante il turno notturno e potere riposare. Le due infermiere, in servizio all’Obi, il reparto di osservazione breve intensiva, sono indagate per sequestro di persona, abbandono di persona incapace ed esercizio abusivo della professione e peculato. Le indagini sono condotte dai Nas e dell’aliquota dei carabinieri, coordinati dal pm Giuseppe Longo, e non riguardano i medici o la direzione sanitaria. I militari hanno eseguito un sopralluogo la scorsa notte in ospedale insieme a due medici legali per capire se i pazienti abbiano tracce di tranquillanti. Nel corso di una perquisizione in casa delle due donne sono state trovate scatole di medicinali con benzodiazepine e materiale proveniente dall’ospedale, come garze e aghi e per questo è scattata l’accusa di peculato. A quanto si apprende, il direttore generale della Asl4 Petralia ha incontrato i Nas durante il sopralluogo. 

I pazienti dell’Ospedale di Lavagna ai quali la scorsa notte sono state fatte delle analisi alla ricerca di tracce di benzodiazepine, sono cinque. I risultati arriveranno al massimo mercoledì. Le indagini dei carabinieri del Nas, guidati dal comandante Daniele Quattrocchi e coordinati dal pm Giuseppe Longo, insieme ai colleghi dell’aliquota, sono partite dopo la segnalazione di alcuni colleghi delle infermiere trentenni ma anche di alcuni familiari di pazienti che avrebbero raccontato di strani torpori ma anche di scontri e litigi avuti con le due donne. Secondo l’ipotesi investigativa, le due donne davano i tranquillanti alle persone più problematiche in modo tale da non doverle gestire durante il turno di notte e potere così riposare. Le due dipendenti, italiane, sono indagate per sequestro di persona, abbandono di persona incapace, esercizio abusivo della professione e peculato. 

 

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