Novità nella drammatica vicenda del naufragio al largo di Porticello, in Sicilia del superyacht Bayesian. I sommozzatori che stavano perlustrando il relitto dell’imbarcazione di lusso, affondato al largo delle coste siciliane hanno trovato i corpi di due dei sei passeggeri dispersi, fa sapere una fonte vicina alla vicenda all’agenzia Reuters.
I corpi di due dei sei dispersi sono stati trovati dagli speleosub dei Vigili del fuoco. Le vittime, il cui bilancio sale a tre dopo il ritrovamento di Ricardo Thomas, lo chef canadese-antiguano, lunedì, non sono ancora state identificate. Il relitto si trova ad una profondità di 56 metri. I corpi sono dietro a mobili e materassi in una delle cabine. I sub sono impegnati da lunedì mattina per trovare i sei dispersi. Questa mattina i sommozzatori dei Vigili del fuoco sono riusciti a entrare nello scafo.
La barca, di proprietà della moglie dell’imprenditore tecnologico britannico Mike Lynch, trasportava 22 passeggeri ed equipaggio ed era ancorata al largo del porto di Porticello, vicino a Palermo, quando si è capovolta durante una violenta tempesta prima dell’alba lunedì. I nomi o il sesso delle persone annegate, che sono la seconda e la terza vittima del naufragio ritrovate. Il corpo del cuoco dello yacht, Recaldo Thomas, è stato ritrovato poco dopo l’affondamento della nave.
In tutto erano sei le persone disperse nel naufragio rimaste, probabilmente, intrappolate all’interno dell’imbarcazione: il presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer, la moglie; l’imprenditore britannico del settore Tlc Mike Lynch, fondatore della Autonomy, la figlia diciottenne Hannah, il legale di Linch, l’avvocato Chris Morvillo e Nada Morvillo.
Anche un robot in mare per le ricerche dei dispersi
Dalle prime ore dell’alba vanno avanti le operazioni di ricerca dei dispersi con l’impiego di risorse navali, aeree e subacquee, coordinate dalla Guardia Costiera di Palermo. Potenziate le indagini subacquee condotte dai sommozzatori dei Nuclei Sub Guardia Costiera di Napoli e Messina, che stanno operando “con l’ausilio di un ulteriore veicolo subacqueo a controllo remoto (ROV – Remotely Operated Vehicle), dalle performanti caratteristiche”, fanno sapere dalla Guardia Costiera.
Il “robot” è capace di operare sul fondale marino ad una quota fino a 300 metri e un’autonomia tra le 6 e le 7 ore. Il dispositivo messo in campo dalla Guardia Costiera, dotato di un’avanzata tecnologia che permette di indagare i fondali e di registrare video e immagini dettagliate, punta a fornire elementi utili e puntuali per ricostruire la dinamica dell’incidente a beneficio della Procura di Termini Imerese.
In azione anche una squadra di sommozzatori speleo dei vigili del fuoco giunta da Genova in grado di rimanere sott’acqua fino a 20 minuti alla volta, dopo quelle giunte ieri da Roma e Sardegna.
Si cerca di perlustrare lo scafo attraverso il varco realizzato ieri, dopo aver divelto una vetrata spessa tre centimetri, sul lato opposto a dove si trovano le cabine dello yacht di 56 metri piegato di 90 gradi sul fianco destro, apparso integro, con il grande albero maestro ancora agganciato.
Perché il Bayesian è affondato con tanta rapidità? È stato un evento imprevedibile e del tutto eccezionale o ci sono delle responsabilità?
È per tentare di dare una risposta a queste domande che gli investigatori sono al lavoro in Sicilia. Ieri sera è durato oltre due ore l‘interrogatorio di James Catfield, 51anni, il comandante del Bayesian, il veliero affondato a mezzo miglio da Porticello poco prima dell’alba di lunedì scorso mentre imperversava una violenta tromba d’aria.
I pm della Procura di Termini Imerese, che ha aperto una inchiesta sul naufragio, lo hanno ascoltato, insieme ad altri superstiti, per ricostruire le fasi drammatiche dell’inabissamento e per acquisire dettagli tecnici utili alle indagini. Gli interrogatori proseguono anche oggi, i magistrati stanno sentendo tutti i sopravvissuti all’interno del resort Domina-Zagarella.
Il veliero, lungo 56 metri con un albero maestro di 75 e battente bandiera inglese, trasportava 22 persone, 10 membri dell’equipaggio e 12 ospiti. Poco prima delle 5 di mattina di lunedì è stato travolto da una forte tromba d’aria quando si trovava a mezzo miglio dalla costa di Porticello. I primi naufraghi sono stati soccorsi da una imbarcazione olandese, Sir Robert Baden Powell, nelle immediate vicinanze per poi essere portati a terra dalla guardia costiera.
La deriva parzialmente sollevata, il portellone semiaperto
La deriva mobile del veliero Bayesian al momento del naufragio era parzialmente sollevata. Quattro metri invece dei sette metri e mezzo. È quanto emerge dalle prime ispezioni dello scafo ad opera dei sommozzatori, dei Vigili del fuoco e della Guardia costiera. Al momento della tempesta, con ogni probabilità, l’imbarcazione sarebbe affondata con più facilità, con la deriva alzata.
Inoltre, come fanno sapere dei broker assicurativi navali, sembra che almeno uno dei portelloni della nave fosse rimasto aperto. Secondo la ricostruzione dei broker gli ospiti sarebbero tornati a bordo tardi, “avevano tirato parzialmente su la deriva”. Ma pare che “alcuni portelloni siano rimasti aperti, “quelli che usano normalmente per i tender”. “Quando è arrivato quel colpo di vento, pur a secco di vela la barca si è inclinata paurosamente- è l’ipotesi – ha fatto un fiume d’acqua dal portellone sottovento ed è affondata in pochi minuti. I dispersi probabilmente sono ancora intrappolati nelle loro cabine”.
Il video dell’imbarcazione che cola a picco
Un video ripreso dalle telecamere di una villa che si trova a 200 metri dal luogo del naufragio della Bayesian, riprende la nave a vela mentre cola a picco davanti al porto di Porticello. “In appena sessanta secondi – racconta il proprietario della villa – si vede che la nave sparisce. Casualmente dopo il clamore della notizia ho guardato le telecamere. Me lo hanno detto i miei figli. Di una ventina di telecamere installate nell’abitazione solo una non è stata disturbata dal vento e dalla pioggia. Si vede benissimo quello che succede. Per l’imbarcazione non c’è stato nulla da fare. È sparita in pochissimo tempo”.
Le indagini e l’analisi delle indagini nel servizio del Tg1
Intanto gli inquirenti hanno contattato Italian Sea Group, la società proprietaria di Perini Navi, il gruppo viareggino di cantieri che nel 2008 varò lo Bayesian, il veliero affondato a mezzo miglio da Porticello (Palermo) poco prima dell’alba di lunedì scorso mentre imperversava una violenta tromba d’aria. A quanto si apprende lo scopo sarebbe quello di acquisire i database che contengono tutte le informazioni sul veliero, che aveva subito importanti aggiornamenti nel 2016 e nel 2020.
Grazie ai tracciati Gps è stato possibile ricostruire tutti i movimenti compiuti dallo yacht prima di affondare e di fare alcune ipotesi sulla causa del naufragio. Nel servizio del Tg1 a firma di Giovanna Cucè, si analizzano tutti i dati rilevati finora dagli inquirenti, incluse le informazioni relative alle dimensioni e ai sistemi ingegneristici di cui il veliero era dotato. Come è stato possibile che un’imbarcazione di tale potenza e con una struttura così resistente si sia inabissata in pochi attimi?
Il racconto
I genitori della piccola Sophie, la bimba di un anno sopravvissuta al naufragio del veliero britannico a Porticello (Palermo) hanno lasciato l’ospedale e raggiunto l’hotel. Ad accompagnarli fuori dall’ospedale un giovane funzionario dell’Ambasciata britannica in Italia. Charlotte Golunski, 35 anni e James Emslie, 36 anni, sono stati portati fuori coperti da una giacca per non essere ripresi dalle telecamere e i giornalisti. Il van che li ha prelevati dall’ospedale è entrato da una entrata secondaria. La coppia sta raggiungendo l’hotel Domina Zagarella di Santa Flavia, dove sono ospitati gli altri superstiti del naufragio.
Nel racconto della mamma della piccola Sophie al direttore del Pronto soccorso dell’Ospedale dei Bambini di Palermo, Domenico Cipolla, alcuni dettagli della tragedia. “Mike Lynch aveva organizzato questa vacanza con tanto entusiasmo, era felice di averci tutti con lui in barca. Mai avremmo immaginato che sarebbe finita così. Siamo dei sopravvissuti” racconta Charlotte che ha salvato nel naufragio la figlia di un anno, Sophie. Nella stanza con lei c’era anche il marito. “La bambina – racconta il medico – ha riposato tutta la notte, ha dormito serena. I genitori alternano momenti in cui sono fiduciosi ad altri in cui sono tristi per la sorte dei loro compagni di viaggio dispersi”. Charlotte e James non hanno più i telefoni cellulari, andati persi nel naufragio, e per avere notizie chiedono il cellulare ai sanitari.
“Glieli prestiamo noi – racconta ancora il medico del Pronto soccorso – per consultare la rassegna stampa. Fino a ieri avevano qualche speranza e ci chiedevano notizie. Sono molto provati. Erano tutti amici e si conoscevano. Sono molto tristi per quello che è successo. Hanno detto che Mark Lynch aveva organizzato con molto entusiasmo questa vacanza”.
La coppia ripete in continuazione: “Non sappiamo come siamo qui, vivi, siamo dei sopravvissuti”. I due hanno raccontato altri particolari della notte della tragedia. “La mamma ha raccontato che mentre dormiva con la figlia, si sono ritrovate in pochi istanti in acqua – dice il direttore del Pronto soccorso – lei ha tenuto la bambina forte. La luce era andata via. Per pochi secondi le è sfuggita la bambina dalle mani e l’ha tenuta con le braccia in alto. In pochi secondi hanno raggiunto il canotto di salvataggio della barca”.
“Dal punto di vista clinico – dice ancora il direttore del Pronto soccorso Domenico Cipolla – per noi è tutto tranquillo, abbiamo approntato consulenze psicologiche per i genitori Abbiamo ultimato oggi i prelievi e i controlli, poi ci sarà lo psicologo del territorio. Loro hanno detto che vogliono uscire presto, volevano raggiungere subito i colleghi superstiti in albergo ma noi abbiamo consigliato il ricovero. Sono stati in una stanza da soli con la bambina, li abbiamo coccolati, abbiamo cercato di rendere tutto più sopportabile”.
“Hanno apprezzato l’assistenza ricevuta e lo hanno detto anche al Presidente Renato Schifani, che ieri è venuto a trovarli. E noi siamo orgogliosi di questo, è il nostro modo di lavorare. Abbiamo questo stile molto accogliente”.
I vertici Morgan Stanley in hotel con i superstiti
Ci sono anche i massimi vertici della Morgan Stanley International nell’hotel Domina -Zagarella, a Santa Flavia (Palermo) dove sono ospitati i superstiti del naufragio del Bayesien. I manager sono arrivati nella struttura non appena la banca d’affari ha appreso che il presidente Jonathan Bloomer e sua moglie Anne Elizabeth Judith sono tra i sei dispersi del naufragio. Nella struttura sono arrivati anche alcuni avvocati che stanno seguendo la vicenda per conto di alcuni dei superstiti.
Bayesian, Pretemp: “L’evento più disastroso in mare dal 1970”
“Dalle statistiche a disposizione del gruppo di lavoro Pretemp, composto da ricercatori e studiosi che monitorano i temporali forti in Italia dal 2015, questo è potenzialmente l’evento temporalesco che ha causato il maggior numero di vittime dal 1970, escludendo le alluvioni”. Lo afferma Francesco De Martin, studente di dottorato dell’Università di Bologna e co-fondatore di Pretemp.
Un evento noto con più alto tasso di morti è quello occorso l’11 settembre 1970 tra Padova e Venezia, quando un tornado causò 36 morti, di cui 21 a causa del rovesciamento di un vaporetto a Venezia. “Dalle analisi del materiale pubblico non è chiaro se nel caso del naufragio di Porticello si sia trattato di un tornado, ossia di una colonna d’aria rapidamente rotante associata a un cumulonembo, oppure di un downburst, ossia di forti raffiche di vento lineari associate al temporale”, dice Federico Pavan, studente dell’Università di Venezia che coordina la raccolta dei report di danni dovuti ai temporali in Italia.
I dati raccolti da Pretemp sono poi inviati all’European Severe torm Laboratory, risultando la sorgente ufficiale di dati di danni da temporali per il nostro Paese. Video di sorveglianza, webcam, dati da satellite e testimonianze riportate nei mass media corroborano sia l’ipotesi del downburst che del tornado, senza escluderle. Se da un lato i testimoni parlano del passaggio di una “tromba marina”, i video pervenuti riportano raffiche di vento molto intense e brevi, ma unidirezionali. “Mentre in Italia il numero di tornado è circa il 13% rispetto al numero totale di danni da vento complessivi, in Sicilia i danni da tornado sono più frequenti, pari al 27% rispetto al totale”, evidenzia Nicola Carlon, cofondatore di Pretemp e meteorologo. Inoltre, sull’isola si osservano molte trombe marine, mediamente 38 all’anno.