Rimbalza dalla Siria la notizia del presunto ritrovamento delcorpo di padre Paolo dall’Oglio, il gesuita romano scomparso il 29 luglio di 12 anni fa nel Nord della Siria, all’epoca occupato dallo Stato Islamico, dove il religioso si era recato per trattare la liberazione di alcuni ostaggi. “Il cadavere di un uomo in abiti religiosi che si ritiene possa essere quello di padre Paolo Dall’Oglio – scrive il settimanale Oggi – è stato ritrovato in una fossa comune nei pressi di Raqqa in Siria”.
La notizia del possibile ritrovamento, non ha trovato però al momento nessuna conferma ufficiale, esprimono prudenza fonti della Farnesina, che specificano che non si hanno ancora conferme.
A escludere che il corpo ritrovato sia quello del gesuita è stata invece Francesca Dall’Oglio, la sorella del gesuita, che a Rainews ha parlato di fake news. “Più volte si pensava di aver trovato il corpo di Paolo, e così non era. Colgo l’occasione per dire che la notizia che gira è che sia vestito con un abito da religioso. Paolo non era vestito da religioso, ma era in abiti civili e non aveva simboli religiosi”, ha detto la donna per cui “non è una notizia vera. Per le conferme che ho avuto è una fake news”.
A chiarire i contorni del presunto ritrovamento, è intervenuto il vescovo armeno-cattolico di Qamishlie, mons. Antranig Ayvazian. “Penso che non c’è nessun interesse a dire bugie su questo caso – afferma innanzitutto -: sono passati quasi 12 anni da quella cena e già sette anni fa avevo notato ed informato la nunziatura apostolica che, secondo mie fonti, padre Dall’Oglio era stato ucciso da un Emir (un comandante, ndr) dell’Isis, un saudita la cui confessione figurava anche sul Guardian e su un giornale arabo pubblicato a Londra, dove in prima pagina c’era questa notizia di due righe”. “Questa mattina presto – fa quindi sapere il vescovo – il parroco caldeo della regione mi ha comunicato per iscritto quello che rimane della salma di padre Paolo Dall’Oglio. La fonte è un giornalista musulmano. Io ho passato questo nome all’ambasciata d’Italia e alla nunziatura apostolica”.