Continua a crescere il numero delle persone contattate dal gruppo che ha tentato truffe milionarie usando il nome del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sì come il numero delle denunce.
Le denunce dei ‘big’ dell’imprenditoria
Sul tavolo della procura di Milano è arrivata la denuncia di Esselunga e dovrebbe arrivare la querela di Luxottica-famiglia Del Vecchio, altre sono state preannunciate. La querela della famiglia Caprotti si aggiunge a quella dell’imprenditore Massimo Moratti, che ha versato quasi un milione di euro, e delle famiglie Aleotti (gruppo Menarini) e Beretta (multinazionale produttrice di armi).
Altri staff dei ‘big’ dell’imprenditoria, i cui nomi sono già emersi in questi giorni, hanno preannunciato agli inquirenti che depositeranno denuncia, tra cui pare anche Giorgio Armani, non contattato direttamente dai truffatori che avrebbero parlato con suoi collaboratori.
Anche il ministro Crosetto ha preannunciato una denuncia per sostituzione di persona, al momento non ancora arrivata ai pm.
Solo nel caso di Moratti, come risulta per ora dalle denunce agli atti, i truffatori avrebbero usato una finta voce di Crosetto.
Data la complessità della truffa architettata, gli inquirenti indagano anche per l’ipotesi di associazione per delinquere.
L’inchiesta
Nell’inchiesta, condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri e coordinata dal procuratore, Marcello Viola, e dal pm, Giovanni Tarzia, gli investigatori sono riusciti già a bloccare più conti. Il risultato è stato possibile, da quanto si è saputo, attraverso rogatorie e canali di cooperazione internazionale.
I truffatori avrebbero usato, infatti, diversi conti correnti sui quali far versare e far transitare i soldi, tra l’Europa e l’Asia, anche ad Hong Kong. Allo stato, però, non si sa se su quei conti congelati siano stati trovati i soldi, tra cui quasi un milione di euro versati da Moratti, che ha subito denunciato. Non è necessario, al momento, sentire l’ex presidente dell’Intera verbale.
L’ipotesi su cui si lavora è che anche altri facoltosi imprenditori abbiano pagato, convinti di aiutare giornalisti rapiti in Iran o in Siria.
l ministro della Difesa, Guido Crosetto, nell’aula della Camera durante la commemorazione di Furio Colombo, Roma, 22 gennaio 2025. (Rainews)
Il racconto del ministro: “Questi sono professionisti”
“Questi sono professionisti della truffa, evidentemente hanno sia tecnologia sia capacità di individuare i soggetti. In questo caso hanno individuato i maggiori imprenditori italiani, ma hanno individuato delle persone che magari alla richiesta di un ministro erano anche disponibili per l’Italia, per l’amore che hanno per l’Italia, a fare un bonifico”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ospite di ‘Zona Bianca’ su Rete 4, a proposito della truffa condotta ai danni di diversi imprenditori usando il suo nome. Truffatori si sono presentati con il nome o a nome del ministro chiedendo ingenti somme di denaro per liberare giornalisti detenuti all’estero. “Facciamo bene a lanciare l’allarme”, ha detto.
La truffa svelata al ministro: “Scusi se la disturbo signor ministro, io volevo sapere, ma ieri ho parlato con lei?
“Io mi sono accorto perché una di queste persone mi ha chiamato”, ha detto Crosetto riferendosi a uno degli imprenditori contattati dai truffatori. “Non aveva il mio numero perché è una persona che io non ho mai visto in vita mia, lo conosco perché è un imprenditore famoso, ha cercato tramite dei suoi conoscenti uno dei miei collaboratori, un generale dei Carabinieri, che mi ha chiesto l’autorizzazione a poter dare il mio cellulare a questa persona e io gliel’ho dato. Mi ha chiamato e mi ha detto ‘scusi se la disturbo signor ministro, io volevo sapere, ma ieri ho parlato con lei?‘. Io ho detto ‘no, noi non ci siamo mai sentiti, non ci conosciamo, mai sentiti’. ‘Ah lo sapevo, mi era sembrato’. E poi mi ha raccontato quest’assurda vicenda, dicendo che l’aveva chiamato una persona a mio nome”, ha raccontato Crosetto nel suo intervento a ‘Zona Bianca’.
“Lui stesso aveva avuto dubbi”, ha proseguito il ministro. “Gli aveva detto ‘ma, non mi sembra la sua voce, quella che io sento in televisione mi sembra diversa’. Questa persona si era arrabbiata e gli aveva detto ‘come, adesso la faccio chiamare da un generale’. Lui è stato chiamato da una persona che si spacciava per un generale, molto convincente, che l’ha chiamato più volte e alla fine questo imprenditore ha fatto un bonifico”, ha proseguito il titolare della Difesa.
E ancora: “Continuavano a chiedergli altri bonifici, allora si è inquietato, ha cercato in qualche modo di avere contatto con me, ci è riuscito e io quando mi ha raccontato questa vicenda gli ho chiesto ‘ma lei ha bonificato qualcosa?’. Mi ha detto cosa aveva fatto e gli ho detto: ‘Lei stia lì, io le mando i Carabinieri, sporga immediatamente denuncia’. Ho chiamato il comandante generale dell’arma dei Carabinieri, che ha chiamato il comandante provinciale di Milano e ha mandato immediatamente i Carabinieri a prendere la denuncia”.