“Tre grandi settimane, probabilmente le migliori di sempre, e oggi è il grande giorno dei dazi reciproci” esulta Donald Trump sul suo social Truth. Il presidente americano lo scrive nel giorno dell’incontro col premier indiano Narendra Modi, atteso oggi alla Casa Bianca per il primo faccia a faccia col tycoonda quando è iniziato il nuovo mandato del presidente americano. Modi arriva forte della vecchia e consolidata amicizia con Trump, ma anche nel pieno della bufera-dazi scatenata dal presidente Usa. Evento raro, visto che Trump preferisce tenera la scena da solo, l’agenda della visita prevede una conferenza stampa congiunta dei due leader. Modi vedrà anche Elon Musk
La bromance tra Modi e Trump, tra riduzione dei dazi su prodotti americani e rimpatrio di irregolari
In un messaggio postato su X il 20 gennaio, giorno dell’insediamento del presidente, Modi si era detto “impaziente di collaborare di nuovo strettamente” con Trump, che finora ha risparmiato il gigante indiano dai suoi strali. Ma proprio oggi, ha annunciato la Casa Bianca, Trump firmerà un ordine esecutivo per imporre tariffe doganali ai Paesi che le applicano agli Stati Uniti, India compresa. Secondo il governo americano, nel 2024 gli Stati Uniti hanno registrato un deficit commerciale di 45,6 miliardi di dollari con l’India, in aumento rispetto al 2023. L’obbiettivo numero uno di Modi sarà quindi evitare che dalla Casa Bianca esca un provvedimento troppo pesante nei confronti di New Delhi.
A quanto riferito dal quotidiano The Hindu, in previsione della visita, il governo Modi ha valutato una riduzione dei dazi su alcuni prodotti americani, per esempio le noci pecan. Non solo: l’India ha poi mandato segnali di disponibilità a collaborare con Washington, accettando il rimpatrio di 110 migranti espulsi dagli Stati Uniti a bordo di un aereo militare americano.
Trump e Modi nel 2020 (afp)
L’ultimo viaggio di Modi negli Stati Uniti risale al giugno 2023, quando fu ricevuto con tutti gli onori dall’allora presidente Joe Biden. Ma non è la prima volta che incontra Trump da presidente: tra il 2017 e il 2021, vi sono state numerose occasioni di reciproci complimenti e calorosi abbracci, tanto che la stampa americana aveva parlato di ‘bromance’, crasi tra ‘brother’ (fratello) e ‘romance’ (storia d’amore). Per Modi, Trump aveva organizzato a Houston, nel 2019, un grande raduno di indiani residenti in America. Il premier indiano aveva contraccambiato l’anno successivo con un altrettanto affollato festival ‘Namaste’ nel Gujarat, il suo Stato d’origine.
Geraldo Alckmin, vicepresidente brasiliano (Wikipedia)
Il Brasile tenta un sistema di quote per evitare i dazi
Nel giorno dei dazi reciproci, da un altro Paese americano arriva una contromossa: il governo del Brasile tenterà di negoziare con il presidente degli Stati Uniti un sistema di quote sulle esportazioni di acciaio e alluminio per evitare l’applicazione della tariffa del 25% su tutti i prodotti inviati a Washington. Lo riferisce il vicepresidente di Brasilia, e ministro dello Sviluppo, dell’Industria, del Commercio, dei Servizi, Geraldo Alckmin. “Siamo aperti al dialogo. Le quote sono una buona strada, un meccanismo intelligente. Se il Brasile aumenta la tassa sull’acciaio per gli Stati Uniti, questo potrebbe generare un effetto a catena” ha detto Alckmin, escludendo l’adozione di tariffe per rispondere con reciprocità alle decisioni statunitensi. Il vicepresidente ha ricordato che in precedenza è già stata stabilita una quota di esportazione dell’acciaio per gli Stati Uniti e che questa formula potrebbe essere ripetuta ora. “Cercheremo una buona intesa. Non vogliamo la guerra commerciale” ha sottolineato Alckmin, riferendo di aver parlato con l’ambasciata brasiliana a Washington per cercare di avviare trattative con l’amministrazione del presidente repubblicano.