Chicago dopo Washington. Sempre più nei panni di ‘sindaco d’America’, Donald Trump si prepara a inviare truppe nella ‘città dei venti’  con l’obiettivo di combattere  la criminalità, prendendo di mira un’altra roccaforte democratica. Il Pentagono lavora da settimane alle varie opzioni, compreso  lo schieramento – forse già a settembre – della guardia nazionale nella terza area metropolitana più popolosa d’America. L’ira del governatore dell’Illinois, JB Pritzker, non si è fatta attendere. “Non c’è alcuna emergenza”: quello del presidente è un abuso di potere”, ha tuonato il democratico, ereditiere della famiglia che ha fondato la Hyatt hotel corporation e uno dei più duri critici di Trump. Quanto il suo muro contro un intervento del presidente reggerà non è chiaro. 

Di sicuro il governatore farà il possibile, insieme al sindaco di Chicago, Brandon Johnson, per evitare lo schieramento della guardia nazionale come avvenuto temporaneamente a Los Angeles e poi a Washington. La polizia della capitale è stata di fatto federalizzata e Trump non ha escluso di assumere il controllo della città qualora la sindaca non mostri di saperla gestire. Nei giorni scorsi il Tycoon aveva lasciato intendere come Chicago sarebbe stata il suo prossimo target. “E’ un disastro e il sindaco è gravemente incompetente”, aveva detto. Il Pentagono in realtà sta valutando da tempo un intervento nella città che di al capone, ma che è anche la città di Obama e di Papa Leone. Come Washington e Los Angeles è considerata una ‘città santuario’, che negli anni recenti ha adottato una politica di accoglienza sul fronte dell’immigrazione. 

Il governatore dell’Illinois, JB Pritzker (@web)

25/08/2025

Da tempo l’amministrazione Trump ha dichiarato guerra a questi ‘santuari’ e a tutti coloro che ostacolano il suo pugno duro contro l’immigrazione. La ministra della giustizia Pam Bondi ha di recente inviato una lettera a vari stati e leader locali affermando che le “politiche santuario” ostacolano una corretta attuazione della legge e, di conseguenza, saranno contestate legalmente. Le polemiche sui piani del pentagono per Chicago sono scoppiate immediatamente. “Il presidente non schiera le truppe all’estero, ma lo fa contro gli americani”, ha detto Rahm Emanuel, l’ex sindaco di Chicago e possibile candidato democratico al 2028. “Non ha alcuna autorità per farlo. Vuole solo creare una distrazione dalla sua scarsa popolarità”, ha aggiunto Hakeem Jeffries, il leader della minoranza liberal alla camera. La fissazione di Trump per la gestione delle grandi città americane non è nuova. 

Donald Trump 22/08/25

Donald Trump 22/08/25 (AFP)

In passato, quando era solo un re dell’immobiliare, più volte si erano rincorse voci su una sua possibile candidatura a primo cittadino di New York visto il suo impegno in prima linea per renderla più sicura e bella. Da allora Trump è divenuto presidente, ma il suo interesse per il ruolo di sindaco non sembra essere passato: per Washington non ha solo promesso la lotta al crimine, ma si è impegnato a migliorare i parchi e le strade per renderla piu’ bella. Parole – affermano gli osservatori – più da sindaco che da commander-in-chief. E mentre Chicago trema, molti si interrogano su quali saranno i prossimi obiettivi. Nel mirino sembrerebbe esserci Baltimora (“posso inviare truppe se serve”, ha già detto Trump) e New York, l’ex città del presidente che a novembre sceglierà il suo sindaco. Il candidato democratico Zorhan Mamdani è in vantaggio e non è escluso che Trump possa approfittare dell’eventuale vittoria di quello che ha definito un “comunista” per sferrare un attacco alla città. 

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