Diciotto mesi di agonia per David Bowie, 8 anni per Steve Jobs. Il cantante inglese soprannominato ‘Il Duca bianco’ e il creatore di Apple sono solo alcune personalità che si sono dovute arrendere al tumore del pancreas, considerato uno dei “big killer” dell’oncologia. L’elenco dei nomi illustri che hanno perso la loro battaglia contro la neoplasia è lungo anche in Italia, dove si stima che ci siano oltre 14.000 casi ogni anno.
Di tumore del pancreas sono morte anche la prima astronauta americana, Sally Ride, e le attrici Anna Magnani e Mariangela Melato; nel mondo del calcio Giacinto Facchetti (storico numero 3 dell’Inter), Giuseppe Meazza e Omar Sivori.
Recentemente anche il rapper Fedez un anno e mezzo fa ha rivelato e ha condiviso con i follower la sua battaglia contro un raro tumore neuroendocrino del pancreas, dichiarando: “È quello di Steve Jobs”.
Sven Goran Eriksson, l’allenatore che ha fatto vincere alla Lazio 7 trofei, tra cui lo scudetto del 2000, è soltanto l’ultima vittima illustre di questo tumore. Prima di lui era toccato a Gianluca Vialli, morto a 58 anni, dopo 5 anni dalla diagnosi arrivata nel 2017. Da allora, il campione aveva più volte parlato del male che lo affliggeva non nascondendo fragilità e paure e lavorando fino a quel 14 dicembre 2022 quando, con una nota della Federazione italiana gioco calcio, il capo delegazione della Nazionale italiana annunciava di dover sospendere la sua attività professionale per curarsi al meglio. Due settimane dopo, il 5 gennaio 2023, il decesso.
La malattia
Il tumore del pancreas colpisce ogni anno circa 500mila persone nel mondo; pur essendo il 14esimo tipo di cancro come incidenza, si tratta ad oggi purtroppo della settima causa di morte per tumore. Si tratta di un killer che spesso lascia poche chance di guarigione, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è minore del 10%. E’ accaduto a Gianluca Vialli, scomparso a 58 anni dopo una lunga lotta contro la malattia.
Tumore al Pancreas: quando Vialli sospese tutti gli impegni per curarsi dal cancro
Sintomi e diagnosi
Purtroppo, il tumore del pancreas, almeno nelle sue fasi iniziali, insorge con sintomi subdoli e aspecifici come la perdita dell’appetito, il calo di peso e un dolore progressivamente ingravescente nella parte alta dell’addome che si irradia spesso alla schiena con alterazioni degli esami ematici del pancreas. Pertanto, la neoplasia viene sospettata tardivamente e la diagnosi è spesso posta in uno stadio di malattia già avanzato e non curabile in maniera radicale. Spesso la malattia viene diagnosticata per caso, come nel caso di Fedez, il rapper milanese che ha dichiarato di aver scoperto la malattia durante un esame di routine.
L’intervista a cuore aperto
Fedez in lacrime a Domenica In: “Ho avuto paura. La famiglia mi ha salvato”
Le cure
Nonostante i progressi della ricerca e della medicina, il tumore del pancreas resta una delle neoplasie più difficili da trattare e da curare, soprattutto perché in molti casi viene diagnosticato in fase già avanzata. Tuttavia, nel 20% circa dei pazienti (1 su 5) la malattia viene identificata quando è ancora localizzata ed è quindi possibile procedere con l’asportazione chirurgica completa del tumore. Dopo l’intervento può essere necessario eseguire una chemioterapia, l’unica arma a disposizione, insieme alla radioterapia, per i tumori che non sono operabili. In casi selezionati si può ricorrere anche a una chemioterapia prima dell’intervento chirurgico, cosiddetta neoadiuvante.
Alcuni farmaci a bersaglio molecolare sono già utilizzati nella terapia di alcuni sottotipi di cancro pancreatico: tra questi gli inibitori tirosin-chinasici come erlotinib. In presenza di mutazioni nei geni Brca1 e Brca2, l’inibitore di Parp olaparib potrebbe essere di aiuto come terapia di mantenimento per alcuni pazienti, ma al momento in Italia il farmaco non è ancora prescrivibile a carico del Servizio sanitario nazionale. Sono in corso sperimentazioni con farmaci immunoterapici in grado di potenziare l’azione del sistema immunitario contro il tumore.