La stragrande maggioranza dei melanomi non nasce da nei preesistenti, ma da lesioni e macchie nuove. Durante l’estate ci si scopre, motivo per cui in questo periodo dell’anno, più di ogni altro, è importante fare attenzione ai cambiamenti della pelle, la propria e quella di amici e familiari. Quattro, sei, otto o dieci occhi sono meglio di due, anche se – bene ricordarlo – non sostituiscono quelli esperti di un dermatologo. A invitare al ‘gioco di squadra’ è Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli, in occasione della settima edizione di “We in Action”, evento multidisciplinare dedicato alla prevenzione e alle nuove frontiere nella lotta contro i tumori cutanei.     

“La prevenzione funziona meglio se la si considera un ‘gioco di squadra’ – afferma Ascierto -. Le periodiche ‘ispezioni’ cutanee, specialmente in questo periodo dell’anno, con l’aiuto di un amico o un familiare consentono di controllare anche zone difficili da raggiungere da soli, come ad esempio il dorso e il cuoio capelluto. In quest’ultimo caso possono essere d’aiuto anche i barbieri e i parrucchieri”.       

Sono proprio i nei nuovi, infatti, i più pericolosi rispetto a quelli preesistenti. Uno studio pubblicato sul Journal of American Academy of Dermatology – riporta una nota – ha dimostrato che il 70% dei casi di melanoma insorge come una nuova lesione sulla pelle sana e non da nei già presenti. “I ricercatori hanno preso in esame i risultati di 38 studi clinici e oltre 20mila casi di melanoma – spiega l’oncologo-.  Ne è risultato che meno di un terzo dei melanomi insorge da nei preesistenti, mentre la grande maggioranza di essi si manifesta come nuova lesione pigmentata su pelle sana. La ricerca ha inoltre mostrato come i melanomi originati dai nei preesistenti siano mediamente più sottili e pertanto meno aggressivi”.     

Individuare il melanoma in tempo significa avere più chances di  guarigione. “Nonostante i numerosi progressi nel trattamento del melanoma, anche nei casi avanzati grazie all’immunoterapia, una diagnosi precoce raddoppia le probabilità di sopravvivenza”, sottolinea Ascierto. Proprio come succede nello sport: più ci si prepara ad anticipare le mosse dell’avversario, maggiori sono le chances di vittoria. Ma il gioco di squadra non si fa solo in famiglia. “Anche se l’occhio di un amico o di un familiare può essere d’aiuto, è fondamentale rivolgersi a un dermatologo, l’unico che può discriminare un neo innocuo da uno che non lo è. Come nel calcio ognuno deve giocare la sua partita, scienziati, medici e pazienti. Solo così  possiamo mettere Ko il melanoma” conclude.

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