A vent’anni ha preso le forbici e ha ammazzato la nonna di 80 anni con un colpo alla gola. Un omicidio violento, efferato quello avvenuto nella cittadina di Chiavari, Levante genovese. Simone Monteverdi, reo confesso dell’uccisione della nonna, Andreina Canepa, è rimasto tutto il pomeriggio e fino a sera all’ interno della caserma dei carabinieri della compagnia di Chiavari. Nessun dubbio sulla dinamica della tragedia avvenuta nell’appartamento di corso Lavagna a Chiavari dove il giovane viveva con la nonna dopo la separazione dei genitori, ma l’interminabile interrogatorio avvenuto anche con la presenza di un medico fa supporre che le condizioni psicologiche e fisiche di Simone siano incompatibili con il carcere.

“Venite, io sto bene ma la nonna è morta”: questo il contenuto della telefonata  che hanno ricevuto subito dopo l’omicidio, Tutto è successo in una manciata di minuti, stamattina alle 9 nell’appartamento dove Simone e Andreina vivevano insieme. Un litigio, poi il nipote ha afferrato un paio di forbici e ha sgozzato sua nonna. L’anziana è caduta a terra in un lago di sangue mentre il nipote, secondo la confessione resa ai carabinieri, avrebbe gettato le forbici dalla finestra. Poi la telefonata: “Abbiamo litigato poi l’ho colpita con una forbice che ho buttato dalla finestra. Io sto bene ma la nonna è morta”.

“La nonna è morta”: i carabinieri di Chiavari sono arrivati sul posto in pochi minuti, accompagnati da un medico. Ad aprire la porta è stato lo stesso Simone, sporco di sangue. Poco più in là, a terra, il corpo di Andreina, oramai privo di vita, in una pozza di sangue. Per lei ormai non c’era più niente da fare. Il ragazzo è stato subito portato in caserma dove è iniziato l’interrogatorio guidato dal pubblico ministero Francesca Rombolà : dal suo racconto gli inquirenti cercheranno di capire perché l’ha fatto.

Gli inquilini del caseggiato di corso Lavagna che si trova nei pressi del campo sportivo dell Entella sono scesi tutti in strada, chiusa dai carabinieri alla ricerca dell’arma del delitto. “Un ragazzo schivo – dicono – che spesso litigava con la nonna ammalata di Alzheimer”. C’è chi dice che per i frequenti diverbi tra nonna e nipote erano già intervenuti i carabinieri. Una signora preferisce ricordare l’anziana Andreina come “una persona buona, che aveva trascorso una vita in una attività commerciale a Chiavari”, e poi gli ultimi periodi non facili trascorsi in casa con il nipote dopo la separazione dei genitori. Dopo il sopralluogo di magistrato e medico legale nell’appartamento della vittima la salma di Andreina è stata trasferita alla morgue del San Martino di Genova dove sarà sottoposta ad autopsia.
 

 

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