Avrebbero programmato e realizzato l’omicidio del cittadino italiano di origine turca di 62 anni trovato morto carbonizzato nel suo appartamento di Sesto San Giovanni lo scorso 23 luglio. 

A compiere il delitto, tre persone: un italiano del 1987, un albanese del 1992 e una donna italiana di 36 anni. Per il gruppo sono state scattate le manette. 

La vittima si chiamava Hayati Aroyo, ed era il cognato del boss della mafia turca Huseyin Sarai, ucciso a Crotone il 31 gennaio 2005 mentre si trovavano assieme in macchina.

L’omicidio secondo quanto si apprende non sarebbe però legato agli affari criminali della famiglia ma a motivi di astio maturati nell’ambito dello stesso giro di amicizie e conoscenze. 

Che la morte dell’uomo non fosse dovuta solo alle fiamme era stato quasi subito chiaro dopo gli accertamenti svolti dalla Sezione Omicidi della Squadra Mobile di Milano, poi confermati dall’autopsia svolta dal medico legale. 

La vittima era stata colpita da circa trenta fendenti , dopodiché i suoi aggressori avevano tentato di distruggere le prove dando fuoco al cadavere e all’appartamento.

Attraverso l’analisi delle telecamere, dei tabulati telefoni e le attività di intercettazione, è stato poi possibile ricostruire gli spostamenti dei tre soggetti, individuando i vari ruoli da loro assunti la notte dell’omicidio. 

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