Il titolare di via Arenula risponde a interrogazioni sulle dichiarazioni rese in merito alla compatibilità del Protocollo tra Italia e Albania rispetto alla normativa europea e internazionale, presentata dal deputato di Iv Faraone. Protocollo che il ministro Nordio definisce “un unicum nel panorama internazionale, basato sull’equa condivisione delle responsabilità con i Paesi terzi e in linea con gli obblighi previsti dal diritto internazionale dell’Ue, per usare le stesse parole della presidente della Commissione Europea”.

Nordio prosegue: “Il decreto-legge approvato dal governo eleva al rango di norma primaria l’indicazione dei Paesi sicuri. Indicazione che spetta ovviamente agli Stati. Basti pensare che per la Germania c’è una riserva di legge per l’indicazione dei Paesi sicuri. Il concetto di sicurezza del Paese può essere scelta esclusivamente politica”.

“La sentenza della Corte di giustizia fissa tre paletti, nei casi in cui il giudice ritenga che il richiedente provenga da un Paese non sicuro, o non sicuro in alcune parti del suo territorio, o non sicuro in relazione a certe situazioni sociali. In questo caso il Tribunale di Roma deve motivare in modo esauriente ed esaustivo questa sentenza” argomenta Nordio, secondo cui piazzale Clodio “deve motivare la ragione per cui quella determinata persona provenga da un Paese che non è considerato sicuro in relazione alle sue particolari situazioni associative e oggettive. Questa motivazione deve essere completa, esaustiva e relativa al caso concreto. Quindi, la sentenza con cui venerdì il Tribunale di Roma non ha convalidato il decreto di trattenimento dei 12 migranti che si trovavano in Albania “è inottemperante alla sentenza della Corte Europea”.

“Andatevi a leggere i 12 decreti del Tribunale di Roma che sono stati stampati su un medesimo file: non vi è nessuna motivazione, né completa né esaustiva né inerente al caso concreto per quanto riguarda questi singoli richiedenti asilo” conclude il titolare di via Arenula.

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