Questa mattina Greenpeace Italia ha portato un maiale gigante in cartapesta davanti a Montecitorio per sollecitare il Parlamento a discutere la proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi”, presentata ormai un anno fa e ancora ferma in commissione Agricoltura. 

Il testo, sostenuto da Lipu, WWF e altre associazioni, promuove una transizione agro-ecologica per ridurre l’inquinamento e i danni alla salute causati dagli allevamenti intensivi, che in Italia allevano oltre 700 milioni di animali l’anno. 

Greenpeace denuncia l’impatto ambientale e sociale del settore. L’organizzazione ambientalista denuncia che “in soli 15 anni, nel nostro Paese sono raddoppiate le aziende agricole di grandi dimensioni, mentre il numero delle piccole e medie è dimezzato, con un perdita complessiva di circa 350 mila posti di lavoro”.

Gli allevamenti intensivi, ricorda Greenpeace, divorano tonnellate di mangimi che per essere prodotti richiedono circa il 70% dei terreni agricoli e oltre due terzi dell’acqua impiegata in agricoltura in Europa, uno spreco di risorse affermano gli attivisti.

«Dobbiamo cambiare radicalmente il nostro sistema zootecnico, con un quadro normativo e un supporto economico adeguati che mettano le aziende nelle condizioni di passare dall’attuale sistema di allevamento di tipo intensivo a un modello agro-ecologico», ha dichiarato Simona Savini della campagna Agricoltura di Greenpeace Italia.

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