Quando viene avvistato, recita la leggenda, non sarebbe un buon segno, anzi: il pesce remo, che vive negli abissi profondi degli oceani, quando si fa vedere è tradizionalmente associato ad un presagio di sventura, che – come in altre occasioni – speriamo che non si realizzi.
Un esemplare di pesce remo si è arenato su una spiaggia del Messico ed il suo arrivo sarebbe secondo alcune credenze popolari, una premonizione di eventi infausti: si tratta di una creatura abissale che può raggiungere i 3 metri di lunghezza.
Cos’è il pesce remo
Il “Regalecus glesne” chiamato anche re di aringhe, o appunto pesce remo, è una creatura che vive tra i 200 e i 1000 metri di profondità. Caratterizzato da un corpo senza squame allungato, quasi nastriforme, con una specie di cresta rossa sopra la testa e due pinne lunghe simili a dei remi. Sebbene spesso raggiunga i 3 metri alcuni avvistamenti hanno visto lunghezze anche superiori a 11 metri.
Oceano (Courtesy Everett Collection/Contrasto)
Una volta avvistato, l’apocalisse
Ed ecco, la leggenda che lo lega all’apocalisse secondo la tradizione popolare giapponese il pesce remo sale in superfice e si spiaggia, ogni volta che avverte catastrofi imminenti. Nel paese del sol levante ancora oggi quando viene avvistato si temono terremoti o tsunami.
Leggenda, tradizione, o superstizione, certo ogni volta che ne viene trovato uno, il tam tam corre veloce, così come le elucubrazioni su cosa potrebbe succedere – o non succedere, per fortuna – subito dopo.
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Lo tsunami nel 2011 in Giappone (Reuters)
12 marzo 2011, la città di Natori dopo lo tsunami ((JIJI PRESS/AFP via Getty Images))