Con la tragedia di Matilde Lorenzi si allunga la lista di atleti morti nello sci alpino.    Tornando indietro ai pionieri dello sci alpino ‘moderno’, il primo sciatore a perdere la vita in pista fu Giacinto Sertorelli, azzurro di Bormio detto ‘Cinto’, che mori’ il 28 gennaio del 1938, tre giorni dopo essere andato violentemente a sbattere contro un albero (la pista era molto deteriorata) nella discesa sulla pista Kandahar a Garmisch-Partenkirchen. Ai funerali di quello che i media tedeschi avevano soprannominato ‘l’uomo dalle gambe d’acciaio’, partecipò anche l’erede al trono d’Italia, Umberto II di Savoia.   

 

 

La sciatrice freestyle canadese Sarah Burke, morta nel 2012 (gettyimages)

La seconda vittima dello sci agonistico fu sempre italiana: il 21 febbraio del 1953, l’ampezzano Ilio Colli morì dopo essersi schiantato contro un albero in una discesa a Madesimo. Il 7 febbraio 1959, durante la discesa sulla ‘Kandahar’ a Garmisch-Partenkirchen, il canadese John Semmelink cadde in un ruscello e gli fu fatale la frattura del cranio. Lo stesso giorno, ma a Rottach-Egern in Baviera, l’austriaco Toni Mark finiva contro un gruppo di spettatori durante la discesa del ‘Goldenen Schild vom Wallberg’ e moriva tre giorni dopo in ospedale.   

 

 

Re'gine Cavagnoud, sciatrice morta nel 2001 per un incidente su pista

Re’gine Cavagnoud, sciatrice morta nel 2001 per un incidente su pista (gettyimages)

Il 26 gennaio 1964 fu l’australiana Ross Milne a perdere la vita in un allenamento in vista dei Giochi olimpici sulle nevi del Patscherkofel sopra Innsbruck. Nel 1965 la prima vittima nel ‘chilometro lanciato’: Walter Mussner morì in una gara a Cervinia. In quegli anni i caschi erano gli stessi usati dagli sciatori e per assumere la posizione aerodinamica venivano usati abbassando la testa e quindi sciando, sostanzialmente, senza vedere nulla. Mussner non si rese conto che la sua traiettoria lo aveva portato fuori dalla pista battuta.    Nel 1969 la svizzera Silvia Suter morì nello schianto contro una barriera nei pressi del traguardo di una gara a Sportinia (Sauze d’Oulx). Il 23 gennaio 1970, la prima vittima in una gara di Coppa del mondo: sulla pista ‘Emilie Allais’ a Mege’ve, il francese Michel Bozon si fratturò il cranio spirando dopo alcune ore.    Nel 1972, durante la preparazione per i Campionati Universitari di Winter Park, l’americano David Noelle morì dopo schianto contro un albero. Lo stesso anno a Schaldming, Arthur Gobber perse la vita in gara durante la discesa libera dei Campionati austriaci juniores. Nella stagione successiva a morire in una gara in Norvegia fu Sverre Rasmusbakke e nel 1975 lo svizzero Jean-Marc Be’guelin perse la vita durante una gara di velocità a Cervinia. 

 

 

Leonardo David, sciatore morto dopo un incidente in pista nel 1985 (wikipedia)

Due gli atleti deceduti nel 1975: il francese Michel Dujon muore dopo essere andato a sbattere contro un palo dello skilift nel corso di un allenamento in Val d’Ise’re, e il 16enne finlandese Markku Vuopala, finito contro un albero dopo aver tagliato il traguardo ai Campionati europei juniores a Zell am Ziller.   

 

Il 1979 è l’anno orribile di Leonardo David: dopo una brutta caduta a febbraio a Cortina, il 3 marzo l’azzurro di origini valdostane spigola e cade battendo la testa sulla neve nella libera pre-olimpica di Lake Placid, poco prima del traguardo. Si rialza ma poi crolla tra le braccia di Piero Gros. Leonardo entra in un ‘coma vigile’ e muore il 25 febbraio del 1985 nella sua casa di Gressoney.   

 

 

Sara Mustonen, sciatrice morta in un incidentre in pista nel 1979 (wikipedia)

Il 16 settembre 1979 la sedicenne finlandese Sara Mustonen morì dopo essere caduta in un crepaccio nel corso di un allenamento sul ghiacciaio di Hintertux.    Nel 1982, all’età di 16 anni, il tedesco Uwe Piske, senza casco, nel corso della discesa libera del Campionato nazionale, perse la vita nello schianto contro un albero. Due anni dopo l’austriaco Sepp Walcher, campione del mondo di discesa libera nel 1978, non sopravvive alle gravi ferite al cranio riportante nella caduta della discesa a Rohrmoos.   Nel gennaio del 1991 tragedia in mondovisione: l’austriaco Gernot Reinstadler muore dopo la tremenda caduta nel salto finale della pista Lauberhorn di Wengen durante le prove della discesa libera di Coppa del mondo. Il 22 febbraio del 1992, alle Olimpiadi di Albertville, lo svizzero Nicolas Bochatay muore nello scontro con un battipista durante il riscaldamento. 

 

 

Ulrike Maier, sciatrice morta in un incidente su pista nel 1994 (gettyimages)

 Il 29 gennaio 1994 un’altra morte in diretta tv: la tedesca Ulrike Maier, durante la libera di Coppa del mondo a Garmisch-Partenkirchen, divarica gli sci, cade a 104 km. orari, e va a sbattere contro la fotocellula: fatale la frattura del collo.    Il 16 gennaio del 1996 durante la discesa di Zauchensee, la britannica Kirsteen McGibbon cade e muore a seguito delle gravi ferite al capo. Il 29 ottobre del 2001, la francese campionessa mondiale di supergigante Regine Cavagnoud si scontra durante un allenamento di discesa a Pitztal con l’allenatore tedesco Markus Anwander e muore due giorni dopo all’ospedale di Innsbruck. Nel 2004 la diciassettenne americana Shelley Glover cade in allenamento e muore per le gravi ferite alla testa; quattro anni dopo il 18enne svizzero Ursin Schmed muore a Kaunertal.   

 

 Anno tragico il 2012. Prima muore la diciottenne turca Asli Nemutlu fratturatasi il collo durante un allenamento per i Campionati giovanili nazionali, poi la sciatrice freestyle canadese Sarah Burke e infine l’atleta di freestyle canadese Nick Zoricic. Nel 2017 muoiono il 35enne francese David Poisson, uscito dalle reti e finito contro in albero in un allenamento a Nakiska (17 novembre) in vista della Coppa del mondo di Lake Louise. Il 6 dicembre, il 17enne tedesco Max Burkhart perde la vita in un allenamento di discesa a Lake Louise. In mezzo diversi gravi incidenti, in particolare lo scorso anno.

Kirsteen McGibbon, sciatrice morta a causa di un incidente su pista nel 1996 (gettyimages)

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