È stata scoperta a mezzogiorno la targa in pietra che intitola ufficialmente a Sammy Basso l’Istituto Omnicomprensivo di Montenero di Bisaccia, la prima scuola in Italia dedicata al giovane scienziato e biologo molecolare affetto da progeria e morto lo scorso 6 ottobre a meno di 29 anni, dopo aver dedicato la sua vita alla ricerca e alla sensibilizzazione verso la rara malattia genetica di cui era affetto. 

A svelare la targa è stata la madre di Sammy, Laura Lucchin, circondata dai familiari giunti dal Veneto per partecipare alla cerimonia. Il momento si è svolto davanti alla sede principale della scuola in piazza Giovanni XXIII, nel cuore del comune molisano. 

Dopo la scopertura della targa, il vescovo della Diocesi di Termoli-Larino, monsignor Claudio Palumbo, ha impartito la benedizione. Un lunghissimo applauso ha suggellato la conclusione della cerimonia, alla quale hanno partecipato diversi cittadini restando all’esterno per assistere poi al momento clou, quello della targa scoperta della prima scuola italiana dedicata a Sammy Basso.

La famiglia, accompagnata dal sindaco di Montenero Simona Contucci e dalle autorità, ha quindi effettuato una visita nei locali scolastici.

Valditara:  “Tu, Sammy, sei stato un autentico maestro di vita. Grazie per quello che ci hai insegnato”

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, collegato in videoconferenza alla cerimonia di intitolazione, ha detto: “Questo istituto, che da oggi si chiamerà Sammy Basso, ha saputo cogliere la sfida che avevo lanciato alle scuole italiane: Sammy è stato un protagonista meraviglioso, una testimonianza straordinaria. Dobbiamo – proprio in una scuola, proprio nelle scuole – ricordare questa sua testimonianza. Tutti noi abbiamo imparato molto dal dottor Basso, da Sammy Basso. In una società sempre più caratterizzata da un egoismo individualista, da odii, invidia, arroganza, prepotenza, bullismo, violenza, noi abbiamo bisogno di far sì che questa straordinaria testimonianza di Sammy divenga una lezione quotidiana. Una traccia che non vada dispersa. Proprio lui che aveva condizioni di vita e di salute così difficili ha saputo ricondurci e svelarci l’essenza dell’umano. Non si è fatto catturare da un presente spesso effimero, ma ha saputo immaginare il futuro”.

Il ministro ha poi proseguito: “Non solo, ha voluto costruire il futuro che significa non solo convivere con dei sogni, molto belli e anche importanti, anzi, i giovani devono tornare a sognare, ma significa anche più potentemente realizzare quei sogni. Incarnare quei sogni in progetti, lavorare e vivere  per quei progetti. È quello che Sammy ha saputo fare costantemente e incessantemente. Ha aggiunto un contributo suo alla realtà che lo circondava. Non soltanto le due lauree – ha aggiunto Valditara- ma l’attività di ricerca, la divulgazione scientifica, la testimonianza, l’impegno a trasformare soprattutto la sua esperienza e le sue conoscenze in un beneficio autentico per gli altri. 

La vita di Sammy è stata una ininterrotta celebrazione dell’essere umano, della sua possibilità di non essere ostaggio delle situazioni, anche le più difficili. Della unicità dell’essere umano. Ha lavorato per gli altri, ha coltivato la speranza, ha invitato a rialzarsi perché anche lui è caduto, è stato testimone di fallimenti, ma ha sempre saputo rialzarsi. Ha sempre guardato, come ha detto molto bene sua mamma, al futuro con il sorriso, con l’impegno, con la voglia di costruire e di realizzare”.

Il ministro ha poi spiegato che Sammy Basso “ci ha dato una testimonianza meravigliosa di grandezza di ogni persona umana al di là delle sue caratteristiche. La persona umana è unica e bella e straordinaria e se Sammy è riuscito a raggiungere certi risultati, ogni giovane deve mettersi in mente, qualunque siano le sue condizioni, che può realizzare i propri talenti. Che saranno diversi, perché per fortuna c’è la diversità in questo mondo che è sintomo di ricchezza, di bellezza che nascondono talenti straordinari in ciascuno di noi. L’importante è che la scuola aiuti ogni giovane a individuarli e e coltivarli e a far sì che come Sammy possano sbocciare in fiori meravigliosi. Sammy, questo esempio straordinario di vita, mi ha fatto venire in mente un passaggio di Blaise Pascal: ‘L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura. Ma è una canna pensante’. Ecco, Sammy ci ha spronati continuamente, noi che spesso ci sentiamo canne al vento, a essere invece ogni giorno una canna pensante, a essere soggetti pensanti che con l’impegno, la fatica, la costanza, sanno trasformare i loro sogni in realtà stupende. Non soltanto per noi stessi, non soltanto chiusi in una torre d’avorio. Sammy ci ha dato un’altra lezione: la solidarietà verso gli altri, questi suoi talenti spenderli per gli altri”.

Il ministro ha concluso il proprio intervento rivolgendosi direttamente a Sammy Basso: “Questa sua sconfinata ricchezza interiore in modo prezioso con cui non ha mai rinunciato agli affetti e le amicizie all’incontro sempre sorprendente con l’altro, ci ricorda che non c’è progetto senza una relazione autentica. Educare ai rapporti con gli altri. Ai rapporti sani, ai rapporti belli, educazione alle relazioni corrette nei confronti di chi ci sta accanto e anche di coloro che sono lontani. Credo che Sammy rappresenti la forza del bene. Tu Sammy sei stato un autentico maestro di vita. Grazie per quello che ci hai insegnato”.  

“Siamo sempre stati felicissimi di avere Sammy come figlio, anche se non è stato semplice mai. Ma era la cosa migliore che ci fosse per noi. Aver avuto Sammy con noi per quasi 29 anni è stata la cosa più bella che potesse capitarci“. Lo raccontano Amerigo Basso e Laura Lucchin, i genitori di Sammy Basso, ricordando la passione del figlio per la scienza e la ricerca, portata avanti con determinazione nonostante la consapevolezza della propria condizione.

“Sammy aveva una malattia rara, con un’aspettativa di vita oggettivamente bassa – spiegano – eppure ha scelto di dedicarsi alla conoscenza, alla scienza. Una strada che richiede tempo, studio, sacrificio. Ma lo abbiamo sempre spronato a fare ciò che sentiva essere giusto. Lo accompagnavamo agli esami, ai laboratori. Lo facevamo con gioia, perché sapevamo quanto ci mettesse il cuore”.

La sua lettera “ha dato forza a tanti”

“Dopo i funerali, tantissime persone ci hanno scritto dicendo che, ascoltando e rileggendo la lettera letta in chiesa, hanno trovato forza e una nuova spinta per andare avanti”, ha raccontato a LaPresse Laura Lucchin parlando del messaggio-testamento scritto dal figlio nel 2017 e scoperto solo dopo la sua morte, nell’ottobre 2024.

“Non c’è nessuna battaglia persa, c’è una vita da abbracciare”, scriveva Sammy nella lettera, consegnata ai genitori dall’amico fisioterapista Mauro Grande, che lo seguiva fin da bambino. “Non ci aveva mai detto nulla – spiega la madre – L’ha custodita lui per anni, poi ce l’ha portata la mattina dopo la sua morte. Per noi è stata una scoperta fortissima. Per 7 anni Mauro Grande ha conservato quelle lettere, le lettere di Sammy, come un custode”.

“Da piccolo chiese di vedere un topolino con la progeria”

“Fin da bambino Sammy mostrava una curiosità fuori dal comune per la scienza e la ricerca. Ricordiamo quando, prima di iniziare la terapia sperimentale, gli chiesero cosa volesse e lui rispose: ‘Vorrei vedere un topolino con la progeria’. Nessuno lo aveva mai chiesto. Ma lui voleva capire, imparare, contribuire”, raccontano ancora i genitori. 

La progeria, o sindrome di Hutchinson-Gilford, è una rara malattia genetica che provoca un invecchiamento precoce nei bambini. È causata da una mutazione del gene LMNA, responsabile della produzione della proteina lamina A, fondamentale per la stabilità del nucleo cellulare. 

Il desiderio di conoscenza e la passione per la scienza hanno accompagnato Sammy per tutta la vita. “Sammy ha trasformato una malattia rara, rarissima, in una missione di speranza e di impegno per la scienza e per gli altri” aggiungono i genitori. La sua determinazione ha dato vita nel 2005 all’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso (A.I.Pro.Sa.B.), che oggi è presieduta proprio dal padre. L’associazione si occupa di promuovere la ricerca scientifica e sostenere le famiglie, con l’obiettivo di arrivare a una cura per questa patologia.

Oggi nel mondo si contano circa 140 casi di progeria censiti (sarebbero il quadruplo secondo stime ipotetiche), di cui solo tre in Italia. L’unica terapia al momento disponibile è una molecola studiata originariamente per il trattamento del cancro, in grado di rallentare la progressione della malattia. 

“La nostra attività continua grazie all’impegno di tantissimi volontari”, sottolineano i genitori . “Raccogliamo fondi attraverso il 5×1000, eventi e donazioni. Ogni euro va direttamente alla ricerca, nessuno prende compensi. L’associazione è diventata una straordinaria eredità che Sammy ci ha lasciato e che vogliamo continuare a portare avanti con la stessa passione e tenacia”.

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