“È un messaggio di concretezza ,pragmatismo e realtà che come G7 vorrei dessimo, insieme anche ai nostri partner e alla comunità internazionale”. Lo afferma il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, aprendo il G7 Industria e innovazione tecnologica.  “La politica industriale, ne siamo siamo tutti consapevoli, ha assunto una rinnovata centralità a livello di G7, all’interno dei nostri rispettivi paesi e, per quanto ci riguarda, dell’Unione europea, qui rappresentata dalla vicepresidente della Commissione europea Margrethe Vestager”, ha aggiunto Urso.

Un appuntamento, questo, che segue l’incontro dello  scorso marzo a Verona – il primo dopo sette anni – e che si pone ”in  continuità” rispetto ai temi principali sul tavolo dei sette grandi.  Infatti ”qui a Roma faremo il punto sui risultati prima di passare il testimone agli amici del Canada”, spiega Urso, tracciando i contorni  di un’agenda dei lavori ”molto densa”.

Urso si è soffermato sul “perdurante conflitto russo ai danni dell’Ucraina e del nostro continente” e sulla “crescente e grave instabilità nel Mediterraneo sud-orientale”, parlando del “contesto” e della necessità di garantire “sicurezza”. 

”Le evoluzioni tecnologiche e i processi di digitalizzazione richiedono risposte rapide e scelte nel segno della responsabilità, risposte che devono anche tenere conto assolutamente di precisi caratteri e condizioni di sicurezza,  nazionale e globale”, ha osservato il ministro.  “L’ Europa è circondata dai conflitti, ma anche da revisionismi di altri attori statuali in aree geografiche solo apparentemente lontane dall’Europa”.

In questo scenario, ha poi ricordato Urso, non può essere sottovalutato il tema del cambiamento climatico: “Siamo tutti consapevoli della sfida che abbiamo davanti, ci chiediamo  – ha detto il ministro – come assicurare crescita alle nostre economie in un mondo,  purtroppo, denso di minacce, come passare dal rischio alla resilienza, consapevoli che non esistono ricette preconfezionate tanto meno ricette ideologiche, ma che occorrono soluzioni pragmatiche e realistiche che accompagnino, sostengano e incentivino la lotta al cambiamento climatico”, avvertendo che servono  ”risposte che siano necessariamente nel segno dell’inclusione degli altri, come abbiamo dimostrato in questo G7, soprattutto di chi sta più indietro sulla strada dello sviluppo”.

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