Si rafforza in tutta Italia la rete di sorveglianza diagnostica sul vaiolo delle scimmie: lo rende noto il Ministero della Salute, rilevando che la situazione è sotto controllo. “La situazione epidemiologica in Italia al momento è sotto controllo poiché non sono stati accertati casi del nuovo ceppo (clade I) di Mpox. I nostri uffici sono in costante contatto con gli organismi internazionali, per elaborare misure condivise” rileva Mara Campitiello, capo del Dipartimento della Prevenzione del Ministero. “Il Ministero della Salute – aggiunge la dirigente – ha attivato i canali operativi con Aifa e Iss per la pianificazione di strategie di contenimento del rischio, nell’eventualità di variazione dello scenario attuale; contestualmente, si sta procedendo con il rafforzamento della rete di sorveglianza diagnostica su tutto il territorio nazionale”.
Campitiello osserva inoltre che “la scorta nazionale di vaccini al momento è sufficiente a garantire il fabbisogno e stiamo elaborando una nuova circolare informativa alle Regioni, con indicazioni alla popolazione e agli operatori impegnati nei siti di frontiera. Inoltre – conclude Campitiello – è in corso la valutazione dell’istituzione di un tavolo interministeriale, di concerto con i Ministeri degli Esteri, dell’Economia e delle Finanze, degli Interni e dei Trasporti, per concordare piani operativi di contrasto alla diffusione del patogeno con un approccio strategico organizzato”.
La situazione in Africa
La crescente epidemia di vaiolo in Africa, dichiarata d’emergenza dall’agenzia sanitaria del continente martedì, è causata da un nuovo ceppo del virus, più trasmissibile. Il Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) ha dichiarato la prima emergenza sanitaria di sicurezza continentale (PHECS) per la malattia mortale. Anche gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità si riuniranno mercoledì prossimo per valutare se lanciare l’allarme massimo su scala globale.
Se l’Oms dichiarerà un’emergenza sanitaria pubblica di preoccupazione internazionale (PHEIC), sarebbe la seconda volta per l’Mpox da quando il virus si è diffuso nel mondo nel 2022. Ma la nuova epidemia, che ha attraversato i confini dall’epicentro nella Repubblica Democratica del Congo ad altre nazioni africane, è guidata da un nuovo ceppo, che ha allarmato gli esperti sanitari.
Epidemia globale?
Il virus è salito alla ribalta nel maggio 2022, quando un nuovo ceppo meno letale chiamato clade II b si è diffuso in tutto il mondo, colpendo soprattutto uomini gay e bisessuali. Nel luglio 2022, l’Oms ha dichiarato una “Emergenza sanitaria pubblica di preoccupazione internazionale”, durata fino al maggio 2023. Secondo l’Oms, tra gennaio 2022 e giugno 2024 sono stati registrati 208 decessi e più di 99mila casi in 116 Paesi.
Il nuovo ceppo
A differenza dell’epidemia globale del 2022, l’ultima ondata è stata guidata dal clade I, più letale, e dalla sua nuova variante mutata. Il nuovo ceppo, chiamato clade I b, è stato individuato per la prima volta tra le lavoratrici del sesso nella remota città mineraria di Kamituga, nella provincia del Sud Kivu della Repubblica democratica del Congo, nel settembre 2023. A differenza dei precedenti focolai nel Paese centroafricano, il nuovo ceppo è stato in parte trasmesso per via sessuale, anche tra eterosessuali, hanno dichiarato i ricercatori. È stata registrata anche la diffusione attraverso contatti non sessuali tra persone, compresi i bambini che giocano insieme a scuola.
Secondo l’Oms, il clade I b causa la morte in circa il 3,6% dei casi, anche se i neonati e i bambini sono più a rischio. Inoltre, causa malattie più gravi rispetto al clade II. Quasi tutte le province della Repubblica democratica del Congo sono ora colpite dal clade I o dal clade I b, ha dichiarato Jean Claude Udahemuka, un ricercatore dell’Università del Ruanda che sta studiando l’epidemia. Secondo i dati dell’Oms, nella prima metà di quest’anno sono stati segnalati più casi di mpox che in tutto il 2023. Tra il gennaio 2022 e il 4 agosto scorso, ci sono stati 38.465 casi di mpox e 1.456 decessi in Africa, secondo l’Africa CDC. La maggior parte dei casi recenti si è verificata nella Repubblica democratica del Congo. Ma nell’ultimo mese Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda hanno segnalato i loro primi casi di mpox. Secondo l’OMS, il clade I b è stato rilevato in tutti e quattro i Paesi, nessuno dei quali ha riportato decessi.